di Giovanni Paolo Benotto*
Leggendo i vangeli di Luca e di Matteo che raccontano episodi della nascita e dell’infanzia di Gesù, è singolare notare che c’è un uso costante dei verbi "andare", "cercare" e "trovare". Le scene che vengono presentate non sono mai statiche, bensì dinamiche, ricche di nuove prospettive, di presenze che si succedono, di incontri che spalancano rapporti e relazioni gioiose e belle, come anche di forme di insensibilità con il rifiuto di riconoscere il senso di ciò che stava accadendo. Accoglienza e rifiuto che accompagneranno l’intera vita di Gesù e che appartengono anche al nostro tempo in cui, invece di cercare, spesso ci si limita a ripetere slogan ormai datati o ci si lascia irretire da presunzioni ideologiche, oppure da una profonda ignoranza che non anela affatto a cambiarsi in conoscenza e in seria esperienza di vita. E’ ciò che sta accadendo da molto tempo alla celebrazione del Natale, come di altre feste cristiane. Anno dopo anno, aumentano gli addobbi delle luminarie; si moltiplica il numero degli alberi natalizi come anche dei presepi. Eppure sembra sempre più che del Festeggiato si stia progressivamente perdendo anche la minima traccia. Le luci sostituiscono la Luce. I regali sostituiscono la disponibilità al dono di sé.
*Arcivescovo di Pisa