Pisa, 28 ottobre 2021 - Bonificare l’area dell’ex Vacis contaminata dal Keu con un intervento rapido da parte dei proprietari e dei costruttori del successivo parco commerciale lungo l’Aurelia, entrambi estranei all’inchiesta della Dda di Firenze sulla presunta presenza della ‘Ndrangheta in Toscana e lo smaltimento illecito dei fanghi conciari. Lo stabilisce un’ordinanza del sindaco Michele Conti che impone la rimozione dei rifiuti e il ripristino dello stato dei luoghi nell’area, dove l’analisi dell’Arpat ha rilevato livelli di inquinamento nettamente al di sopra dei limiti consentiti dalla legge.
«I soggetti destinatari del provvedimento - spiega una nota dell’amministrazione – hanno 30 giorni di tempo per presentare un elaborato tecnico che illustri compiutamente lo stato dell’area. L’atto si è reso necessario in seguito all’inchiesta in corso sui rifiuti tossici e agli accertamenti effettuati dall’Arpat che hanno rilevato la presenza di Keu nei riciclati utilizzati". Secondo Conti, la vicenda, comune a molti siti toscani, "ha destato una giustificata preoccupazione nella cittadinanza e in tutti noi e il dovere degli amministratori è mettere in campo ogni azione necessaria a tutela della salute pubblica e dell’ambiente: mi auguro che chi di dovere intervenga senza perdere tempo, per rendere operative le prescrizioni indicate".
I destinatari del provvedimento, dovranno "illustrare compiutamente lo stato dei luoghi e prevedere un adeguato piano di investigazione preliminare finalizzato ad accertare lo stato delle matrici ambientali a contatto con la fonte primaria di contaminazione (terreni naturali limitrofi e acque freatiche)". Ma soprattutto l’ordinanza impone, dove non sarà possibile rimuovere il Keu, di "individuare e progettare interventi per il confinamento permanente dei materiali non conformi e le modalità di monitoraggio periodico da realizzare" e che "qualora dalle analisi di collaudo dei fondi di scavo o dai monitoraggi periodici sulle acque sotterranee dovessero evidenziarsi superamenti dei limiti previsti dalla legge dovrà essere attivata una procedura di bonifica".
Infine, l’ordinanza del sindaco, prevede che dove sarà asportato "il materiale non conforme dovrà essere effettuato un numero idoneo di campioni di fondo scavo da confrontarsi con il fondo geochimico dell’area e i parametri chimici da ricercare dovranno essere quelli già valutati" (ovvero la quantità di cromo esavalente che qui è stato campionato con livelli 50 volte superiori ai limiti di legge, altri metalli e idrocarburi pesanti) e successivamente all’approvazione del piano redatto si potrà provvedere alla bonifica comunicando ad Arpat e Comune "l’avvio delle operazioni e riservandosi di fornire" agli enti "la documentazione completa attestante l’avvenuta realizzazione delle opere previste, le modalità dei monitoraggi da eseguire e la documentazione relativa allo smaltimento e recupero".