di Gabriele Masiero
PISA
"Il superamento del vincolo di secondo mandato dei sindaci non sia un alibi per i nostri alleati per rinviare un confronto politico sui programmi e sui possibili candidati alle prossime elezioni amministrative". E’ il monito lanciato dalla coordinatrice provinciale di Sinistra Italiana, Anna Piu, in vista della tornata elettorale che coinvolgerà 26 comuni della nostra provincia.
Che cosa la preoccupa?
"La modifica, fortemente voluta dalla Lega e che rientra in una serie di partite di potere interne alla destra, dovrebbe passare in Parlamento a gennaio a soli 6 mesi dal voto e sta immobilizzando il dibattito sulle prossime elezioni amministrative. Auspico quindi una discussione e riflessione con le altre forze politiche del centrosinistra pisano al momento silenti, perché la novità che si profila all’orizzonte è destinata ad avere conseguenze in molte realtà locali nella nostra provincia dove erano appena iniziate le prime manovre elettorali e che adesso si sono arrestate, lasciando intere comunità appese ai destini personali di sindaci o sindache che vedono la loro, seppur a breve legittima, possibilità di un terzo mandato o di una possibile rielezione a vita".
Insomma ci si preoccupa più dei destini dei singoli che delle comunità?
"Dei 26 comuni che andranno al voto, 22 sono quelli interessati da questa modifica e degli 11 comuni con popolazione tra i 5 e 15 mila abitanti solo tre sono al primo mandato. Nulla di personale, ma discutiamo anche di idee e programmi. Comprendo l’esigenza di togliere il vincolo di mandato nelle realtà territoriali di dimensione demografica ridotta con più difficoltà di trovare ‘ricambi’, tuttavia, l’idea che un sindaco o una sindaca possa essere ‘rieletto a vita’, non mi convince. La previsione di un limite non serve solo a un ricambio del vertice della rappresentanza politica ma anche a tutelare principi e diritti costituzionalmente garantiti come l’effettiva par condicio tra i candidati, la libertà di voto dei singoli elettori e la genuinità complessiva della competizione elettorale nonché la stessa democraticità dei Comuni. Il rischio che si corre è quello di una soggettivizzazione dell’uso del potere dell’amministratore locale che può dar luogo ad anomale espressioni di clientelismo".
Insomma, il superamento del vincolo di secondo mandato non le piace.
"Passare da un limite di 2 mandati a uno di 3 vuol dire estendere di molti anni la possibile permanenza al vertice dell’ente della stessa figura, in comuni che certamente non sono così piccoli. Si parla sempre della necessità di un rinnovamento nella politica per cercare di riavvicinare chi non vede più i politici come strumenti necessari per cambiare la propria vita. Facciamo seguire alle parole fatti concreti e iniziamo a farlo partendo dai governi locali".