CARLO VENTURINI
Cronaca

"Tigli rasi al suolo sul viale storico. Angori si dimetta da presidente"

"Tagli i tigli? E noi chiediamo le tue dimissioni anche con una petizione on line". Il Comitato difesa alberi Pisa,...

La costruzione fotografica proposta dal Comitato difesa alberi

La costruzione fotografica proposta dal Comitato difesa alberi

"Tagli i tigli? E noi chiediamo le tue dimissioni anche con una petizione on line". Il Comitato difesa alberi Pisa, dopo una partecipatissima assemblea al circolo Arci di Molina di Quosa, chiede le dimissioni del presidente della Provincia Massimiliano Angori, presente alla riunione. "Deve dimettersi per aver dato tutti i nulla osta all’abbattimento di 35 tigli del viale storico di Ripafratta su richiesta di Rfi", dice Antonio Mori del comitato. Sulla piattaforma Change.org le firme hanno superato le 115 unità. "Sicuramente non si dimetterà da presidente della provincia – dice Mori – e allora faremo una petizione che porteremo in Regione. Chi abbatte 35 piante sane di 70 anni, in un viale protetto e in periodo proibito non può che dimettersi e chi sta con noi non può che volerlo". Sul caso è intervenuta anche la consigliera Elisabetta Mazzarri della lista Chiara Boggi. "L’incontro a Molina, si è svolto a fatto compiuto: i 35 tigli lungo la Strada provinciale tra Ripafratta e Cerasomma risultano già abbattuti. Una decisione dall’enorme impatto ambientale e paesaggistico. Solo durante questa riunione ho ricevuto per la prima volta una risposta orale, pur tardiva, in merito a un intervento che avrebbe richiesto ben altra trasparenza e attenzione pubblica. Già a metà gennaio avevo presentato un’interrogazione per chiedere in merito al progetto di abbattimento. La risposta formale scritta è giunta solo il 16 aprile". Il presidente Angori replica: "Per quanto attiene al necessario intervento sul viale di Ripafratta, preme precisare che questo è stato eseguito dall’ente provinciale in quanto proprietario del terreno ma su stringenti prescrizioni di RFI in primis. Nella normativa c’è scritto: "Lungo i tracciati delle ferrovie (così dunque come il tratto della provinciale oggetto della questione, ndr) è vietato far crescere piante o siepi (…) ad una distanza minore di metri sei" . E dopo lunga, sofferta e attenta riflessione, la scelta non poteva che essere quella messa in atto".

Carlo Venturini