
Dante Alighieri nacque a Firenze fra il 21 maggio e il 21 giugno 1265 e morì a Ravenna nel 1321. I funerali furono tenuti nella basilica di San Francesco e il suo corpo venne sepolto nel sarcofago in cui si trova ancora oggi, ma i fiorentini cominciarono presto a protestare perché, secondo loro, la salma doveva appartenere a Firenze e non a Ravenna. Firenze cercò di riprendere le spoglie, la prima volta dopo 75 anni dalla morte, nel 1428 e nel 1476 ma ogni tentativo si rivelò un fallimento. Nel 1519, Papa Leone X concesse ai fiorentini di prendere le ossa di Dante e di trasferirle a Firenze, perciò Michelangelo si candidò per realizzare il monumento funebre, ma quando i delegati aprirono il sarcofago, delle ossa non si trovò traccia. Nonostante le indagini, il mistero rimase insoluto e le spoglie ormai date per disperse. La verità venne a galla nel 1865, quando fu abbattuto un tratto di muro che fece trovare una cassetta di legno. Qualche tempo prima infatti, i frati francescani del convento avevano fatto un buco nella parete del chiostro per mettere in salvo i resti del poeta. Infine, all’inizio del XIX secolo, in pieno periodo napoleonico, i frati francescani decisero di nascondere la cassetta con le ossa per evitare che fosse requisita come bottino di guerra. Oggi le spoglie del sommo poeta potrebbero arrivare nella città in cui nacque. I sindaci ne stanno parlando: il 2021 potrebbe essere l’anno del ritorno dei resti mortali di Dante da Ravenna. Negli ultimi anni del suo esilio Dante aveva sperato una stabilità di cui non riuscì a godere. La soluzione non è semplice da risolvere visto che nel 1302 Dante fu condannato al rogo e le proprietà vennero distrutte; da quel momento egli non mise più piede a Firenze.