Appese fuori da uno dei monumenti più iconici del mondo. A catturare meraviglia nella meraviglia. Sono le restauratrici dell’Opera primaziale pisana che da settimana incuriosiscono centinaia di turisti che visitano la Torre pendente e piazza del Duomo: Sara Chirico, 35 anni, Chiara Di Marco, 40, esperte di superfici lapidee, e Simonetta Rota, 52 anni, specializzata in superfici decorate, sono le "restauratrici volanti" che da settimane si prendono cura dei capitelli di marmo del campanile pisano. Il più celebre al mondo. Un lavoro certosino, minuto, di fino. Armate di pennello e prodotti specifici "curano" i frammenti più piccoli della grande bellezza.
Attaccate alle funi della loro imbracatura agiscono con il monumento aperto, suscitando curiosità e ammirazione in chi, da dentro, sta salendo le scale che conducono alla cella campanaria. Chi saluta, chi stupito scatta foto e strappa un sorriso. "Il restauro - spiega Roberto Cela, direttore tecnico della Primaziale - così diventa un pezzo della visita. Un’occasione per scoprire i ‘segreti’ dei nostri tesori, anche attraverso i malanni che il trascorrere dei secoli lascia loro addosso".
"Questi interventi - aggiunge la restauratrice Sara Chirico - vengono programmati a seguito di periodiche ispezioni ad hoc che eseguiamo in quota su tutti i monumenti della piazza. Nel caso della Torre pendente lavoriamo spalmando con il pennello liquidi specifici capaci di riaggregare cristalli di marmo per ripristinare le superfici. E’ un intervento mirato". Sali le scale della Torre e un piano dopo l’altro avverti la pendenza che ti spinge a parete. Ogni tanto una finestra e la meraviglia del prato dei miracoli, mentre le tre restauratrici, imbracate e con il caschetto in testa, rispondono a un saluto. E il turista giapponese accenna un inchino e scatta un’altra foto.
Gab. Mas.