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Tra paura e rabbia: "Ostaggi a casa nostra. Vogliamo più sicurezza e la caserma-carabinieri"

il presidente del coordinamento comitati cittadini Niko Pasculli: "La situazione è fuori controllo, anche i giovani che frequentano la piazza la sera sono preoccupati. Qui siamo sotto assedio" .

La chiesa di Oratoio, dove domenica sera doveva tenersi la processione

La chiesa di Oratoio, dove domenica sera doveva tenersi la processione

Il rintocco delle campane, scandito dai colpi di pistola esplosi contro Beni Arshiaj, il 37enne assassinato con precisione chirurgica da un commando a bordo di una moto, ha sconvolto la comunità di Riglione-Oratoio. Tanta paura tra i residenti, increduli per quanto accaduto, ma soprattutto molta indignazione per un episodio che "non dovrebbe appartenere a questa città", spiega Niko Pasculli, presidente del coordinamento dei comitati cittadini. Anche lui, domenica sera, è accorso sul luogo del delitto per ascoltare le voci dei residenti, i quali ora chiedono, dice Pasculli, "il ripristino della caserma dei carabinieri, chiusa tra il 2017 e il 2018. La situazione – spiega – è fuori controllo. I residenti si sentono insicuri, anche i tanti ragazzi che la sera frequentano la piazza ieri erano molto preoccupati per quanto accaduto".

Secondo Pasculli, il comando dei carabinieri dovrebbe valutare la possibilità di riaprire la caserma, "o quantomeno – aggiunge – dare spiegazioni esaustive ai residenti per ristabilire la tranquillità".

"Dispiace per questa persona e la sua famiglia. Noi però qui non viviamo più – afferma Cinzia Massai, la cui famiglia abita a Oratoio da tre generazioni –. Nel nostro quartiere ci sono episodi quotidiani: furti, aggressioni, accoltellamenti. Siamo stufi e chiediamo un presidio, almeno mobile, e poi che sia riaperta la caserma. Le forze dell’ordine ci dicono sempre che sono sottorganico, ma noi siamo sotto assedio. Lo Stato deve difendere i cittadini. Non ci sono controlli e abbiamo poche telecamere; le abbiamo chieste da anni. Nel 2018 avevo lanciato una raccolta firme per restaurare la caserma dei carabinieri, ma fu chiusa. Ora chiediamo che venga riaperta. La sera restiamo chiusi in casa, siamo ostaggi a casa nostra".

Tanta paura, ma anche molta indignazione per un episodio che si è verificato proprio nel momento clou della festa padronale del paese. "Ero nella sala parrocchiale – ha raccontato Marco Vangelisti, presidente del circolo Aics La Scepre, Riglione-Oratoio –. C’era la musica e ci stavamo preparando per la processione, che doveva iniziare alle 21.15 e passare proprio davanti alla corte dove è avvenuta l’esecuzione. A un certo punto una donna è entrata urlando che qualcuno era stato ammazzato e di spegnere tutto. Siamo corsi fuori e abbiamo visto la scena del crimine. In serata ci sarebbero dovuti essere anche i fuochi d’artificio, qualcuno ha pensato che i colpi fossero già i botti. C’è tanta indignazione – ha detto Vangelisti –; certe cose le immagini nelle grandi città. Anche la concomitanza con l’evento ha reso tutto ancora più scioccante". Nei prossimi giorni intanto qualcuno ha già avanzato l’idea di una fiaccolata, per unire la comunità della frazione e affrontare tutti insieme senza paura quanto successo.

Enrico Mattia Del Punta