Tragedie senza un perché: "Per noi lo stesso dolore"

La solidarietà dei parenti del medico che venne ammazzato a Pisa. Assalito per strada da un 26enne fiorentino poi assolto per vizio di mente. .

Tragedie senza un perché: "Per noi lo stesso dolore"

I fratelli Orsini con Domenico Rubino, il 36enne che tentò di salvare Piero e la prefetta di Pisa Maria Luisa D’Alessandro (a sinistra) alla festa della polizia

Aggrediti per caso. Perché si trovavano "nel posto sbagliato al momento sbagliato", come ha spiegato una parente di Giorgio Tani, il 79enne morto dopo aver ricevuto una spinta ed essere caduto per terra sbattendo la testa nella sala d’attesa del Pronto soccorso di Pisa. La famiglia ha ricevuto solidarietà anche da un’altra che ha vissuto le stesse ore di angoscia.

Era il 9 gennaio 2023 quando Piero Orsini fu aggredito durante una passeggiata. A colpire in strada (in via Bovio) il medico in pensione fu uno studente 26enne fiorentino poi assolto "per vizio totale di mente" che si trovava a Pisa per una visita psichiatrica. Due casi simili, un dolore comune. "Esprimiamo solidarietà e vicinanza alla famiglia della persona aggredita nei giorni scorsi a Pisa, comprendendo appieno la pena e l’angoscia del momento". I fratelli Giuseppe e Maria Greca Orsini ripercorrono di nuovo quegli attimi. Il giovane accusato dell’omicidio del neurologo 74enne pisano si trova ancora nella Rems, Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Una storia che sconvolse Pisa.

Orsini aveva incrociato in una via vicinissima al centro pisano il 26enne, che era appena fuggito dallo studio psichiatrico dove lo aveva accompagnato il padre. Bastò uno sguardo e il giovane cominciò a picchiare il medico molto noto. Un 36enne - poi premiato dalla polizia - tentò di fermarlo precipitandosi in soccorso di Orsini e venendo assalito a sua volta.

Lo studente fiorentino era scappato dalla sala di attesa dello studio di un professionista pisano al quale i suoi parenti si erano rivolti perché nei giorni precedenti il giovane aveva aggredito un familiare con un coltello. Quindi, l’arresto e la sentenza, alla fine di settembre di un anno fa, sulla base della perizia del professor Mauro Mauri, già direttore della Psichiatria 2 dell’Aoup, che aveva concluso per l’incapacità totale di intendere e volere, la pericolosità sociale e l’incapacità di stare in giudizio del giovane. Il giovane, difeso dagli avvocati Michele Passione e Massimiliano Palena, resterà 10 anni in Rems per la pericolosità sociale con rivalutazioni nel tempo. "Ne prendiamo atto", aveva commentato allora la sorella di Piero, sostenuta nella vicenda dall’avvocato Federica Ciardelli. Adesso, un nuovo episodio che fa rivivere la stessa immensa tristezza.

An. Cas.