Pisa, 10 marzo 2023 - Il dono dell’amore e la forza della vita si incrociano più volte nel destino di Davide Ferrante, 47 anni, carrellista di Ferrara. Tredici anni fa era stata mamma Marisa a salvarlo. Aveva 33 anni, Davide, e dopo aver scoperto di essere affetto da una grave forma di nefropatia, venne operato nel centro trapianti di Cisanello diretto dal professor Ugo Boggi, ricevendo un rene proprio da sua madre. L’intervento riuscì perfettamente consentendo a Davide di riprendere una vita normale. E per 13 anni l’organo espiantato alla madre ha svolto egregiamente il proprio compito restituendo al giovane uomo la salute, la speranza, una vita normale. Fino a quando, negli ultimi due anni, qualcosa inizia ad andare storto: quel rene mostra segni di sofferenza organica che ne compromettono il funzionamento. Per superare il problema, si prospettano due soluzioni: dialisi o nuovo trapianto.

"La via crucis di Davide ricomincia da capo – racconta il padre di Davide, Aldo – tra analisi, visite, esami, terapie, psicologi, autorizzazione del tribunale, facendo ripetutamente la tratta Ferrara-Pisa-Ferrara".
Ed è ancora l’amore, l’antidoto. Perché prima di ripiombare nel calvario di analisi, visite esami, Davide conosce l’amore della vita e se la sposa. Lei è Tania, 44 anni, origini ucraine. Lavoratrice instancabile, operatrice del settore ortofrutticolo, è una delle tante ragazze ucraine arrivate in Italia oltre 10 anni fa alla ricerca di un avvenire migliore. Timida e riservata, ma con un carattere forte e un coraggio da leonessa. Mentre il suo Paese è dilaniato dalla guerra, lei combatte per il suo Davide. E fa una scelta dettata dal cuore. "Se il rene non si trova, ti dono il mio". Si sottopone agli esami di routine per la donazione. Anche se il suo rene non è compatibile con quello di Davide, con opportune tecniche mediche, all’ospedale di Cisanello confermano che questo non è un problema. Il trapianto si può fare lo stesso. Siamo alla mattina del 9 marzo e papà Aldo e mamma Marisa accompagnano il figlio e la nuora a Pisa. Arrivano fino alla porta del reparto e lì li devono salutare. Tania e Davide entrano mano nella mano con i loro bagagli e con lo sguardo uno negli occhi dell’altro. Sorridono, non hanno dubbi né paure di sorta. Tania è più decisa che mai. Entrambi sono determinati a compiere insieme quel passo, a riprendersi la loro vita normale.
E nelle mani dello staff guidato dal professor Boggi, direttore dell’Unità operativa di chirurgia generale e trapianti dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana, la dolce Tania restituisce la vita a Davide. Dopo il gesto di mamma Marisa, è l’altra donna più importane della sua vita stavolta a salvarlo. Oltre ai medici. "A tutta l’équipe medica e alla clinica di Pisa possiamo solo dire grazie di cuore", commentano commossi i genitori e i suoceri di Davide.