Pisa, 12 luglio 2023 – I commenti a margine della petizione parlano chiaro: "Un’istituzione pisana", "Un ristorante che fa parte della storia cittadina", "Manteniamo le tradizioni".
L’appello lo è altrettanto: "Riapriamo l’Antica Trattoria da Bruno". La raccolta firme è stata lanciata sulla piattaforma Change.org qualche giorno fa e in poche ore le adesioni si sono moltiplicate, destando anche l’attenzione dei ‘colleghi’ ristoratori pisani.
Lo storico ristorante di via Luigi Bianchi ha spento le luci da oltre un anno, prima fiaccato dal covid e poi definitivamente chiuso a seguito della morte del ‘patron’ Piero Cei.
L’obiettivo, adesso, è garantire un futuro a quel nome (quasi un’brand’, simbolo di pisanità) e a quella cucina. In che modo? Sensibilizzando imprenditori pisani (e non solo) a salvaguardare, custodire, difendere le nostre tradizioni gastronomiche, riaccendendo i fornelli della cucina di "Bruno": «In via Bianchi, c’è un’insegna storica che non brilla più – questo il testo della petizione -. Una cucina che era il rifugio dei pisani doc e una certezza per i tanti turisti in cerca delle ricette della tradizione.
È L’Antica Trattoria Da Bruno che, attraversando decenni e generazioni, ha di fatto tutelato e preservato l’identità della città attraverso i sapori più veri. Piero Cei non c’è più, il locale è chiuso da oltre un anno ma quel patrimonio non va assolutamente disperso. Per questo motivo vogliamo riaccendere i riflettori su quell’angolo prezioso di pisanità.
Ed è proprio a chi tra quei tavoli ha vissuto serate in compagnia, gustato la zuppa alla Pisana e le seppie con la bietola di Graziella, - proseguono i firmatari - che ci rivolgiamo facendoci portavoce di una piccola grande mobilitazione. Non solo per scongiurare l’apertura di minimarket e attività lontanissime dalla tradizione proprio lì dove era di casa, ma anche per chiamare a raccolta ristoratori/imprenditori che vogliano o possano continuare nel solco di Bruno e abbiano a cuore la storia di un locale amatissimo, le sue ricette, il suo mondo".
Commossa e grata: così si definisce Roberta Cei, figlia del ‘mitico’ Piero. Lui che nel 1968 aveva rilevato la trattoria fondata da Bruno Landini nel 1919, trasformando (a sua volta) una fiaschetteria fuori le mura in un punto di ritrovo. Locale che con Piero era poi diventato il tempio delle ricette pisane, amato dai vip, dai turisti e dalle famiglie, senza soluzione di continuità.
"Questa petizione ci riempie il cuore - afferma Roberta Cei - Da parte nostra, e parlo anche a nome della mia mamma Graziella, saremo ben felici di ‘insegnare’ e tramandare piatti e ricette di una volta, che oggi rischiano di andare perdute. Chissà: magari c’è qualche giovane che ha voglia raccogliere il nostro testimone o qualche ristoratore disposto ad investire nella tradizione".
Francesca Bianchi