ANTONIA CASINI
Cronaca

Stop a bermuda e infradito in Tribunale

Il presidente vicario Dinisi rinnova l'ordinanza sul decoro

In Tribunale si entra solo con un abbigliamento decoroso

In Tribunale si entra solo con un abbigliamento decoroso

Pisa, 24 maggio 2018 - Ne condivide il contenuto e ha quindi richiamato l’ordinanza dell’ex presidente del Tribunale di Pisa, Salvatore Laganà, che a luglio di tre anni fa aveva emanato un provvedimento - per un ingresso decoroso nell’aula del Palazzo di Giustizia - che aveva fatto discutere. Un documento ora ripreso dal vicario Nicola Antonio Dinisi. L’accesso deve continuare «a essere disciplinato», dunque. Manca meno di un mese all’estate e cominciano a farsi vedere di nuovo vestiti corti, a volte cortissimi, bermuda, canotte e infradito ‘banditi’ da Laganà già nel 2015.

«E’ pervenuta da parte di magistrati segnalazione della presenza all’udienza penale, in qualità di imputati o testimoni di persone che indossavano un abbigliamento non adeguato alle aule di giustizia (come, a esesmpio pantaloncini corti o bermuda; ciabatte, canottiere etc.), così come segnalazioni analoghe sono pervenute in ordine alla presenza di parti non decorosamente vestite alle udienze civili, come è stato, peraltro, constatato direttamente da questo presidente», scriveva due anni fa il primo inquilino del tribunale. Così «per salvaguardare il decoro negli Uffici di giustizia e il dovuto rispetto della funzione all’interno degli stessi svolta, va posto il divieto di introdursi all’interno... a persone che non indossino indumenti adeguati a tale decoro (almeno pantaloni lunghi e camicia o polo), disponendo che le guardie giurate addette alla vigilanza provvedano a far rispettare tale divieto». Un richiamo ritenuto giusto dagli stessi avvocati, meno da altri frequentatori.

Oltre dieci anni fa, l’allora presidente, Carlo De Pasquale, aveva imposto l’obbligo (valido tutto l’anno) di giacca e cravatta a chi varcava la soglia del suo ufficio. Pena, il dietrofront. Stessa sorte toccava anche alle avvocate pizzicate con indumenti «non consoni al luogo». Il regolamento 2015, rilanciato, è stato appeso all’ingresso e inserito nel sito web istituzionale.