MARIO FERRARI
Cronaca

"Ho perso 65 mila euro”. Rubati i risparmi di una vita, finti carabinieri le svuotano il conto

Le nuove frontiere delle truffe con l’intelligenza artificiale: il numero da cui è stata chiamata corrisponde davvero a quello del quarto Nucleo elicotteri dell’Arma. Dopo il furto, la donna ha avuto un malore

La donna ha sporto denuncia ai carabinieri

La donna ha sporto denuncia ai carabinieri

Pisa, 14 gennaio 2025 – I risparmi di una vita spariti in un secondo. È la drammatica vicenda capitata a una donna pisana che a dicembre si è ritrovata il conto in banca completamente azzerato a causa di una truffa telefonica dove i malviventi hanno impersonato dei carabinieri. Una vicenda come tante se non che questa volta, il numero di telefono a cui ha risposto la vittima era effettivamente il centralino del quarto nucleo elicotteri di via Caduti di Kindu, nel quartiere di San Giusto a Pisa. È il 16 dicembre quando la signora Anna (nome di fantasia), dopo aver effettuato un semplice bonifico sul suo conto corrente, riceve un messaggio che le segnala l’avvenuta operazione bancaria, riportando però una cifra quasi 15 volte più grande. Sorpresa e allarmata, la donna chiama subito il numero di telefono riportato nel messaggio “per informazioni o blocchi” e dall’altro capo risponde una persona che, dopo essersi qualificata come dipendente della banca, le dice che era in corso sul suo conto corrente un’indagine dei carabinieri di Pisa perché “un funzionario dell’istituto di credito stava illecitamente spostando delle somme di denaro per sé”.

L’uomo la avvisa dunque che sarebbe stata a breve contattata dal maresciallo che stava conducendo l’operazione. Neanche quindici secondi dopo arriva la chiamata delle “forze dell’ordine”: il numero, verificato anche tramite una ricerca sul web, è quello del quarto nucleo elicotteri di Pisa, nella caserma di via Caduti di Kindu. Dall’altro capo del telefono, il “maresciallo” suggerisce ad Anna di spostare immediatamente tutti i suoi soldi - oltre 65mila euro - su un conto Iban intestato a presunti carabinieri e di presentarsi la mattina dopo alla caserma dell’Arma. Lei accetta, va in filiale e fa il bonifico. Il suo denaro viene poi immediatamente inviato in altro conto e lì trasformato in bitcoin, perdendone le tracce per sempre. Recatasi dai carabinieri (quelli veri) il giorno stesso, che le dicono che il maresciallo con cui ha parlato non è mai esistito, la donna avverte un malore e viene trasportata al pronto soccorso. Anna ha sporto denuncia e, assistita dall’avvocata Maria Concetta Gugliotta del foro di Pisa, sta seguendo l’iter giudiziario nella speranza di essere rimborsata della perdita. Un triste avvenimento ma, purtroppo, non una novità: due anni fa La Nazione ha rilanciato l’allarme della polizia postale di Pisa che spiegava come sempre più spesso “grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale replicano i numeri telefonici delle forze dell’ordine per ingannare le persone contattate. Usano le possibilità offerte dai servizi “VoIP“ (Voice over Internet Protocol), con cui le chiamate vengono trasmesse direttamente su internet, per scegliere il numero telefonico che apparirà sul dispositivo della vittima, simulando, così, che sia proprio quello della polizia”.