Antonia Casini
Cronaca

Uccisa per "vendetta". I periti: "La dottoressa un simbolo. Seung ‘vittima’ del sistema-psichiatria"

I consulenti dei giudici raccontano l’ammissione di Seung durante la perizia. "Non volevo ammazzarla, ma l’addetta alle pulizie mi ha distratto e ho colpito più forte. L’imputato riconosciuto nel mondo dei complottisti"

Gianluca Paul Seung in Tribunale (foto Del Punta/Valtriani)

Gianluca Paul Seung in Tribunale (foto Del Punta/Valtriani)

Pisa, 19 settembre 2024 – Ha deciso di parlare ora e davanti ai periti, come aveva già anticipato La Nazione. "Stavolta è stato più che collaborativo", hanno spiegato i professori Stefano Ferracuti e Renato Ariatti, consulenti dei giudici. Sono stati ascoltati ieri davanti alla Corte d’assise che deve giudicare Gianluca Paul Seung, il 36enne di Torre del Lago accusato di aver ucciso la dottoressa Barbara Capovani, come scriviamo anche nelle pagine regionali.

"Il suo agire – raccontano i professionisti che avevano già svolto una perizia sulle carte – parte da un’offesa a cui, secondo lui, era stato sottoposto. A questa si aggiunge una dimensione sociale, il suo risentimento non era solo legato alla dottoressa, ma alla psichiatria. Ci sono dietro motivi politici e di vendetta. Il suo ragionamento è: la dottoressa mi ha fatto qualcosa che io non posso perdonare, il contenimento al letto, e devo dare un segnale forte alla mia comunità".

"Ma quando presenta le denunce è convinto?", chiede la sostituta procuratrice Lydia Pagnini, ieri in aula era presente anche la nuova procuratrice capo, Teresa Angela Camelio. "L’imputato parte da aspetti reali che lo riguardano, che sono in quel momento strumentali per la situazione di vittimismo e nel tempo ingloba scenari che propongono un palcoscenico per catturare l’attenzione, ha bisogno di attenzione intorno a sé".

La volontarietà. "Ha dichiarato che non era sua intenzione uccidere la dottoressa, ma di essere stato distratto da una donna straniera (l’addetta alle pulizie che ha urlato, ndr) e di aver colpito più forte". E il tema del sopralluogo il giorno precedente, il 20 aprile, quando si era presentato nel reparto che dirigeva Capovani senza trovare la dottoressa. "Un gesto significativo della sua volontà. Ci stava pensando già da molto".

L’avvocato Stefano Del Corso, che tutela la famiglia della professionista pisana, ha chiesto anche dei riferimenti fatti da Seung alla strategia difensiva. "Ha una lucida capacità di valutare le migliori strategie nell’ottica di una difesa mirata. Il tema dominante nei colloqui svolti in carcere con lo zio è quello di tornare a casa". Inoltre "ha chiari i vantaggi che porterebbe un riconoscimento dell’infermità mentale. Ma non vuole, perché questa lettura lo renderebbe poco attendibile. La sua è una battaglia di principio contro certa psichiatria, lui è la bandiera. In effetti il livello di paura tra gli operatori sanitari è aumentato, lui ha raggiunto lo scopo in questo senso".

Il 16 ottobre comincerà la discussione. E Seung ha annunciato che sarà presente.