Ventisei anni confermati nel quinto grado di giudizio. Francesco Ruggiero, il sottufficiale dell’aeronautica militare a lungo di stanza a Pisa e che l’11 marzo 2019 sparò a Vincenzo D’Aprile in piazzale Ferro a La Spezia, si trova in carcere da sei anni (a marzo 2025). A breve, quindi, avrà diritto, se ci saranno tutti i requisiti, alla semilibertà.
Dopo che la Suprema Corte aveva annullato con rinvio alla Corte d’appello ponendo attenzione sulla premeditazione e le attenuanti generiche, la vicenda è stata discussa in un appello bis a Milano dove la Corte d’assise, dopo un doppio ergastolo (“doppia conforme”), ha ridotto la pena a 26 anni.
È stata infatti esclusa la premeditazione. Ieri, il nuovo verdetto in Cassazione dopo il ricorso attraverso i suoi legali, gli avvocati Maria Concetta Gugliotta e Alberto Marchesi del foro di Pisa, che avevano evidenziato due aspetti, tra cui il riconoscimento delle attenuanti generiche. Il procuratore, durante la sua requisitoria, ha dichiarato uno dei due punti fondati. La Corte, però, si è espressa definendo il ricorso ammissibile ma non accogliendo le osservazioni della difesa e confermando i 26 anni per l’imputato.
La premeditazione era stata sostenuta precedentemente dalla pubblica accusa, che aveva chiesto la conferma dell’ergastolo, con l’avvocato di parte civile Silvia Rossi in rappresentanza della moglie, dei figli e del fratello di Vincenzo D’Aprile. La difesa ha invece più volte sottolineato che si è trattato di un delitto d’impeto. L’allora sottufficiale dell’aeronautica nel 2019 sparò cinque colpi di pistola contro quello che era considerato il rivale in amore: il primo fu esploso - è stato ricostruito - dall’interno dell’auto, gli altri fuori dalla macchina, uno fu letale.
Ruggiero si trova in carcere a Massa dove è inserito lavorativamente. Ha già scontato quasi sei anni. E’ stato a lungo sottufficiale nella 46esima a Pisa, dove è tornato spesso per contrare vecchi amici. Come nel weekend prima dell’omicidio, quando venne nella città della Torre per giocare una partita di calcetto. In molti lo ricordano ancora, soprattutto in ambiente militare dove ci si conosce un po’ tutti. Quel fatto sconvolse infatti non solo la città dove avvenne, La Spezia, ma anche la nostra dove l’uomo, 50 anni, ha risieduto per un po’.