REDAZIONE PISA

"Un altro lockdown ed è la fine"

In 300 in piazza tra commercianti e artigiani: "Non vogliamo morire"

di Gabriele Masiero

PISA

Circa 300 persone hanno manifestato ieri sera sotto la Torre pendente contro l’ultimo Dpcm partecipando al presidio promosso dalla Confcommercio. In

piazza tanti commercianti, ristoratori e titolari di pubblici esercizi insieme ai loro dipendenti, ma anche tassisti, artigiani e altre partite Iva, per esprimere la "massima preoccupazione per un possibile nuovo lockdown che ucciderebbe le imprese".

Dopo gli interventi dei vertici di Confcommercio, sono intervenuti anche il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo, che è stato brevemente contestato da alcuni, in quanto esponente del Pd, anche se ha manifestato la sua "vicinanza e solidarietà ai tanti imprenditori in difficoltà" e il sindaco, Michele Conti, anche lui criticato quando ha richiamato la necessità di "rispettare le regole perché l’unico nostro nemico è il virus". La manifestazione si è comunque svolta pacificamente e senza disordini. E’ una piazza arrabbiata quella che ha radunato Confcommercio e alla quale hanno aderito anche altre sigle che rappresentano le partite Iva, come Opi (Orgoglio partite Iva) e Apit (Associazione partite Iva Toscana), che però non ha mai oltrepassato il limite. E le storie dei singoli descrivono il momento terribile che stiamo vivendo: "Se chiudere alle 18 è drammatico – dice Susanna Mainardi, titolare del ristorante "L’albero Maestro" a Marina di Pisa – ancora peggiore è il messaggio che arriva da questo Dpcm, cioè la paura: la gente non viene più neppure a pranzo. Noi abbiamo fatto tutto quello che ci è stato chiesto, investito in sanificazioni e rispetto delle regole. Ma ora chi ci aiuta?". Anche Katia Bigongiali è proprietaria insieme al marito di un ristorante a Marina, "Il Veliero alla Foce": "Ieri mi è arrivato un bollettino di 8mila euro di Tari. Come la pago? Quando apri quelle buste resti senza parole, soprattutto se hai dipendenti da mantenere".

Secondo la guida turistica, Davide Diolaiti "il lavoro è azzerato già da marzo, ma io ho ricevuto soltanto ieri i mille euro di maggio: protesto contro chiusure immotivate e senza senso". E Gabriele Diolaiti, counselor, aggiunge: "Siamo stati costretti a interrompere i trattamenti con i nostri pazienti che si rivolgono a noi per problematiche di tipo psicologico di vario genere. Stiamo subendo restrizioni alla libertà personale, indegne per un popolo che ha dimostrato responsabilità".

Raffealla De Summa, di Apit, ha da poco rilevato la spaghetteria "Ir Tegame" di piazza della Berlina: "Chi ha superato il primo lockdown lo ha fatto attingendo ai propri risparmi, ma ora quei soldi non ci sono più e un nuovo stop rischia di azzerare tutti i sacrifici fatti finora. Qui in piazza ci sono anche sigle diverse da quelle tradizionali perché le associazioni di categoria tradizionali non sono più rappresentative come un tempo".

"Vogliamo essere un vero sindacato delle partite Iva – gli fa eco Raffaele Saviano, coordinatore Apit di Pisa e Valdera – e per questo lunedì saremo in piazza alle 10.30 in pazza Martiri a Pontedera e alle 15 in piazza XX settembre a Pisa per dire a tanti come noi che operano nel commercio, nell’artigianato e lavorano in proprio che c’è bisogno di fare squadra e farci sentire". Un po’ in disparte ci sono le "mascherine tricolori", vicini alla destra di Casapound: "Siamo cittadini, artigiani e lavoratori - dice Gianluca Villani respingendo l’etichettatura politica - e siamo qui perché siamo preoccupati per il futuro del paese, messo in pericolo da un governo inadeguato".