di Antonia Casini
PISA
Un colpo ha raggiunto Rezart Arshiaj anche alla mano. Forse ha cercato di coprirsi da quella scarica di proiettili, almeno cinque. Uno ha raggiunto la testa, quello fatale, e altri al volto. "Erano in due a bordo di uno scooter, uno ha sparato, poi si sono allontanati", la voce è rimbalzata fin da domenica sera e il fatto che fossero in due in sella dovrà essere verificato dalla polizia. Intanto è stata ritrovato uno scooter non lontano dal luogo dell’omicidio, il mezzo potrebbe essere quello utilizzato dal killer ed è stato quindi sequestrato. Un mezzo quasi di sicuro rubato. Agguato sotto casa del 37enne muratore e giardiniere albanese morto subito, le indagini sono a tutto tondo. Si esclude però un delitto passionale. Chi ha agito lo ha fatto non d’impeto: conosce bene il luogo, una corte privata, si è avvicinato al finestrino del furgone di Beni, il soprannome con cui era chiamato da tutti, e ha esploso i colpi da una distanza ravvicinata, mentre il finestrino era ancora chiuso. È andato in frantumi solo quando i soccorritori hanno tentato di rianimare la vittima. L’uomo ha avuto appena il tempo di parcheggiare nel giardino esterno. "Il motore era ancora acceso dopo un’ora dalla tragedia", hanno raccontato i presenti. Ora nel quartiere c’è paura. Anche se ancora non si conosce il movente: una delle ipotesi della polizia - in particolare della squadra mobile - che non esclude comunque alcuna pista, è che potrebbe trattarsi anche di un avvertimento finito male.
Adesso le indagini procedono su più piani paralleli. I risultati saranno poi incrociati. Primo, il cellulare di Beni. Si spulceranno i suoi contatti, ma anche i messaggi degli ultimi giorni e i suoi social. Ci sono frasi o contatti particolari? Quindi i suoi ultimi giorni e la sua vita privata, ma anche quella lavorativa. Gli agenti dovranno ascoltare decine di persone, compresi i suoi datori. E i vicini. Qualcuno ha ricordato di screzi avuti con loro e della sua auto trovata danneggiata. Liti definite però "normali". Poi le telecamere, si stanno acquisendo i filmati della zona. Purtroppo quelle del dirimpettaio si sono fermate a sabato sera e hanno ripreso a registrare domenica alle 22, un’ora dopo "l’esecuzione". Nessuna certezza, al momento. Anche se tutti parlano: chi lo ricollega all’allarme spari a Cascina, risultato poi falso, agli episodi di quest’estate a San Frediano, quando tre colpi di pistola raggiunsero all’anca, a un braccio e a una coscia un giovane di origine albanese che vive tra Pisa e Cascina, ma anche ad arresti per droga. Tutte voci per ora e nessuna conferma.