MARIO FERRARI
Cronaca

Un riso contro la fame nel mondo. La nuova frontiera fra cibo e scienza

Il progetto di ricerca della Sant’Anna di Pisa: creare un chicco che sia coltivabile in ogni ambiente

La professoressa Chiara Pucciariello, responsabile del progetto per la Sant’Anna

La professoressa Chiara Pucciariello, responsabile del progetto per la Sant’Anna

Un riso all’avanguardia coltivabile in ogni ambiente che risolverà i problemi di carenza di cibo. È l’ambizioso progetto PRIN2022, simpaticamente noto come "Ris8", a cui partecipa un gruppo di ricerca coordinato dall’Università di Firenze e con il contributo della Scuola Sant’Anna di Pisa, con l’obiettivo di creare dei chicchi di cereale "su misura" per fronteggiare le sfide del cambiamento climatico e della sostenibilità. Per farlo, i ricercatori studieranno diverse varietà di riso italiane per identificare alcuni geni capaci di interagire con dei microrganismi benefici. In questo modo si realizzeranno delle combinazioni pianta-microrganismo che potranno resistere negli ambienti estremi: tolleranti alla carenza di acqua, sbalzi di temperatura e altri eventi climatici.

Nello specifico, sarà la Scuola Sant’Anna ad analizzare i microrganismi benefici necessari per la crescita delle piante. Come spiega la professoressa Chiara Pucciarello, associata dell’Istituto di Scienze delle Piante dell’ateneo pisano: "Nel nostro laboratorio testeremo la risposta di piantine di riso in associazione con questi microrganismi in condizioni ambientali avverse. Così facendo, potremo augurarci di trasferire le nuove caratteristiche in nuove varietà di riso che al momento ne sono sprovviste e in questo modo aumentare la sostenibilità della loro coltivazione. Agiremo così su due fronti: contribuire al supporto della produzione di cibo e dare una risposta al cambiamento climatico".

Il progetto Ris8 ha infatti anche l’ambizione di dare una risposta non solo ai cambiamenti climatici, ma anche a un’altra importante sfida del nostro tempo: l’aumento della popolazione mondiale. I primi risultati dovrebbero arrivare durante il prossimo anno e, secondo la professoressa Pucciariello "potranno comportare importanti applicazioni per quanto riguarda il settore primario sul tema della carenza di alimenti. Alcuni studi affermano infatti che la richiesta di cibo aumenterà di quasi il 50% nei prossimi decenni: l’agricoltura deve essere efficiente per poter rispondere in modo adeguato, e non possiamo farci fermare dai cambiamenti climatici".

Nel gruppo di ricerca, oltre a Chiara Pucciariello, figurano Alessio Mengoni, coordinatore del progetto già docente dell’Università di Firenze ed esperto di genetica batterica, Carmen Bianco e Roberto Defez dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr di Napoli che cureranno l’aspetto delle competenze microbiologiche, Giampiero Valè, genetista vegetale dell’Università del Piemonte Orientale e Vittoria Brambilla dell’Università di Milano, esperta in nuove tecniche di editing genomico.