Un sogno chiamato "ritiro": "E ora non resta che vincere"

La squadra dell’Aipd (Associazione italiana persone con sindrome di Down) Pisa a Cutigliano "Allenamento, regole e tanta autonomia. I nostri giocatori ci hanno sorpreso, esperienza bellissima" .

Un sogno chiamato "ritiro": "E ora non resta che vincere"

Alcune foto dell’esperienza a Cutigliano della squadra dell’Associazione italiana persone Down di Pisa

di Antonia Casini

PISA

"Ci hanno fatto lavorare parecchio!". Poche parole che rendono davvero l’idea. Primo ritiro per la squadra di calcio dell’Aipd Pisa (Associazione italiana persone con sindrome di Down). Quattro giorni - dall’1 al 4 settembre - passati a Cutigliano insieme ad altri team toscani. "Un’esperienza bellissima, per loro, per noi, per lo staff tecnico", spiega Chiara Corbasa, educatrice che segue squadra e aiuto allenatore.

"La squadra nasce dalla volontà di alcuni ragazzi che andavano a vedere il Pisa, molto tifosi, più volte ci avevano chiesto ’perché non giochiamo anche noi?’", prosegue Chiara. Detto fatto, dal 2019 partecipano al campionato facendo parte della divisione calcio paralimpico e sperimentale. Ma fino a 2 anni fa ci allenavamo al Cus, non avevamo un campo nostro, non una nostra società. Adesso siamo all’interno della società sportiva Freccia azzurra, il cui presidente è Agostino Monorchio, mentre il direttore sportivo è Massimiliano Romano, l’allenatore, Paolo Valentini. Quest’anno hanno proposto alla squadra e alle famiglie un ritiro con l’obiettivo di socializzare e essere sempre più autonomi con qualche giorno fuori dalla routine, fortificare legami e concentrarsi sugli allenamenti in vista del nuovo anno".

Sono stati 10 i giovani sui 30 anni con varie disabilità a partecipare, la squadra è formata da 15 persone. "Alcune avevano altri impegni", aggiunge l’educatrice.

Abitudini e novità. Erano presenti anche altre realtà sportive: i giocatori hanno soggiornato in un appartamento. "Una bellissima esperienza per i ragazzi che si sono ritrovati a passare molto tempo insieme, a conoscersi meglio rafforzando così le amicizie". Ma hanno anche faticato molto. "Dovevano allenarsi la mattina e il pomeriggio. ‘Ci facevano lavorare’, ha sintetizzato qualcuno. Hanno dovuto rispettare le regole e gli orari: colazione, sport, pranzo". Le aspettative sono state superate: "Hanno rispettato i tempi, appunto, volevano fare tutto, anche il doppio allenamento".

"Oltre le parole. Questo è sport vero", riflette il presidente Aipd Pisa Sandro Del Rosso, che riferisce il commento dell’allenatore: "Ci aveva detto di voler collaborare con i ragazzi, ma dopo i quattro giorni con loro, ha aggiunto, ’vado via con un bagaglio che prima non avevo’. Questo significa realmente lavorare bene con ragazzi che hanno una disabilità, lo sport è fondamentale".