
"Una base militare ultra moderna. Mettiamo insieme le eccellenze"
"Una nuova base è necessaria per aumentare l’efficienza di reparti specializzati. Qui alla caserma ’D.Giuseppe Amico’ di Livorno gli spazi sono limitati. Noi cerchiamo di mettere insieme le eccellenze per farle lavorare meglio, mentre oggi sono divise. Il reggimento paracadutisti alla Vannucci, il Gis alla D’Amico, non ha senso". Non c’è un cronoprogramma sulla nuova base militare che sarà costruita a San Piero a Grado, all’ex Cisam, ma il generale Aldo Iacobelli, Comandante della Divisione Unità Mobili dell’Arma, ieri alla cerimonia di avvicendamento al vertice della Seconda Brigata Mobile Carabinieri di Livorno, ha detto chiaramente quale sarà lo spirito del progetto che tanto fa discutere la comunità pisana. "La base diventerà un punto di riferimento per questi reparti che sono la punta di diamante della componente militare – ha aggiunto il generale Gianluca Feroce da ieri al comando della Seconda Brigata Mobile Carabinieri– . Una caserma innovativa, moderna, funzionale che possa accogliere il Gis, il Primo Reggimento Tuscania, e il centro addestramento, dotata di tutte le moderne tecnologie e nel pieno rispetto di quelle che sono le peculiarità ambientali e sociali in cui verrà collocata". E, quasi a voler abbassare i toni della polemica, il generale Iacobelli ha puntualizzato: "Nelle nostre missioni all’estero, andiamo a stabilizzare il paese, non andiamo a combattere. Nonostante abbiamo la guerra alle porte dell’Europa, noi non partecipiamo. Lo spirito non è quello della bieca militarizzazione, ma della formazione di quelle eccellenze che ci vengono invidiate nel mondo, perchè ormai il nostro bagaglio di formazione lo esportiamo ovunque". E per inquadrare al meglio questa profonda trasformazione, il generale Iacobelli ha fatto sue le parole che Papa Francesco ha pronunciato all’ultima udienza in Vaticano: "Noi siamo ’artigiani della pace’ ha detto il Santo Padre. Per noi è un orgoglio ricevere i complimenti sia in Italia che all’estero per l’umanità del tratto, siamo quelli che riusciamo a dialogare con la popolazione e questo è l’elemento vincente". Il generale punta sul doppio modello poliziotto-soldato che sarà al centro della nuova formazione militare. "Il comandante di stazione è colui che intercetta i problemi della gente, non viene visto come un nemico ma come una persona che aiuta a risolvere i problemi. E’ questo il profilo che noi vogliamo valorizzare" ha chiuso il Comandante della Divisione Unità Mobili dell’Arma.
Michela Berti