GABRIELE MASIERO
Cronaca

Una battaglia di civiltà: "Ok a una città più bella ma sia anche inclusiva"

La lettera aperta di Serena Barachini, biologa dell’università, al sindaco Conti "Tanti investimenti, ma manca progettazione su centri e servizi per disabili".

Secondo Serena Barachini la città di Pisa non è abbastanza. inclusiva

Secondo Serena Barachini la città di Pisa non è abbastanza. inclusiva

Non solo cantieri per una città più bella, ma anche progetti per una città finalmente e davvero inclusiva. E’ quanto ha chiesto al sindaco Michele Conti, Serena Barachini, biologa dell’università di Pisa e mamma di Costanza, "una ragazza disabile di 22 anni". Lo ha fatto con una lettera aperta indirizzata al nostro giornale dopo avere letto e ricevuto a casa nei giorni scorsi la rivista Pisa Futura, il periodico recapitato gratuitamente a tutti i pisani e con il quale il Comune rende conto del proprio operato. "Ho preso atto - scrive la biologa rivolgendosi direttamente al primo cittadino - di molteplici cantieri in corso in città, con un imponente investimento di 78 milioni di euro, tra fondi del Pnrr, del Comune, bandi ministeriali, fondi regionali e altre fonti. Progetti di edilizia, riqualificazione di quartieri, scuole, asili nido, impianti sportivi, nuovi parchi, piste ciclabili e un centro Dopo di noi, per una società che lei definisce house providing con l’obbiettivo di valorizzare e sviluppare e promuovere le Terre di Pisa in modo efficace sotto un punto di vista internazionale. Ciò che leggo non è ciò che mi aspettavo nel 2025 per la mia città. Avrei voluto leggere della progettazione di molti più centri/ servizi per disabili".

"Come può una città che si definisce pronta a valorizzare le Terre di Pisa – continua Barachini – su scala internazionale trascurare l’inclusione sociale e l’accessibilità per le persone con disabilità? Penso che, oltre alla riqualificazione e agli investimenti in strutture destinate al turismo, dovremmo mettere al centro anche i bisogni quotidiani delle persone più vulnerabili. Eppure, l’unico accenno alla disabilità riguarda un solo progetto: il centro Dopo di noi, che, purtroppo, appare come un’iniziativa isolata in un contesto troppo ampio per dare risposta a tutte le necessità". Barachini avrebbe voluto leggere "del progetto di una piscina dedicata interamente alle persone con disabilità: a mia figlia sono stati assegnati anche dei fondi tramite un bando che rimborsa totalmente la piscina, ma purtroppo non possiamo usufruirne poiché a Pisa non c’è nessuna piscina comunale che offra questo servizio".

E ancora: "Avrei voluto leggere che oltre a costruire innumerevoli piste ciclabili, il Comune offrisse la possibilità ai disabili di poterne usufruire tramite l’uso di Cargo Bike (le biciclette per trasportare sia ragazzi disabili che persone anziane), ma anche che in estate fosse possibile fare il bagno anche per le persone disabili nelle strutture balneari pisane, di campi solari estivi comunali accessibili ai disabili e di progetti per sostenere i lavoratori caregiver, che come me incontrano moltissime difficoltà a lavorare per la mancanza di personale/assistente qualificati". Infine, la biologa pisana conclude ricordando di avere "già tentato come cittadina di sollevare questi problemi, parlando con l’assessore alla disabilità Giulia Gambini, l’assessore allo sport, Frida Scarpa e la presidente della società della salute, Giulia Guainai, ma purtroppo le mie richieste hanno sentito solo l’eco della mia voce".