
Giulia
Gambini*
Dall’inizio della campagna elettorale, abbiamo assistito, quotidianamente, ad attacchi denigratori e mistificatori nei confronti del Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni da parte della sinistra. Attacchi infondati e soprattutto carichi d’odio, senza mai scendere nel merito dei contenuti delle proposte. Ma tra tutti gli attacchi, quelli che più stridono, da parte di chi si erge a paladino dei diritti delle donne, sono quelli legati al genere della Meloni. Molti attacchi provengono proprio dal PD ovvero il partito che sostiene, ad ogni livello, le quote rosa come strumento, inutile, anacronistico e che sminuisce le donne, per affermare la parità di genere. Ancora una volta assistiamo ad attacchi di basso livello ad una donna in quanto tale. Nessuna valutazione sui meriti, sulle capacità e competenze che il Presidente di Fratelli d’Italia con coerenza e determinazione ha dimostrato in modo inconfutabile nel suo percorso politico. Ma questo atteggiamento pensandoci bene non ci stupisce se solo si pensa alle battaglie quotidiane che la sinistra porta avanti avanti per imporre un linguaggio di genere, battendosi fino allo stremo per la desinenza finale delle parole senza mai andare ad incidere sulla sostanza ma solo sulla forma. Un aspetto che rende questo atteggiamento ancora più agghiacciante è che la maggior parte di questi attacchi provengano proprio da donne, le famose donne del PD le prime proprio a puntare il dito contro una donna: due pesi e due misure? Solo quelle di sinistra sono donne? Se una donna è di destra non va bene e si può denigrare senza alcun limite? Servono politiche attive per affermare una reale parità tra uomo e donna che passi dalla valorizzazione della donna non in quanto tale ma in quanto persona capace di dimostrare il suo valore e non inutili battaglie di forma.
*Consigliera comunale
Fratelli d’Italia Pisa