
Il 29 settembre 1919 Masoni fu protagonista a Ponsacco di un evento epocale. Così un giornale pisano raccontò l’avvenimento: “Accogliendo l’invito del cav. dott. Alfredo Masoni Sotto-Ispettore dei Monumenti e i desideri della popolazione, il Commissario Prefettizio cav. avv. Segrè con il capo dell’opera di S. Giovanni Evangelista dottor Enrico Gasperini disposero che dalla nostra Torre fosse calata la storica campana di Iacopo d’Appiano, insigne monumento d’arte e di storia. La campana è stata collocata nel Battistero parrocchiale esposta al pubblico che può ammirarne il suo alto valore storico ed artistico. E’ essa una delle prove per ritenere che il famoso Iacopo d’Appiano notaro e cancelliere del Comune di Pisa, discendeva dal Castello d’Appiano: Ser Iacopo (…) offrì alla chiesa del suo castello – nel 1372 – la campana che fu poi, dopo la distruzione del castello stesso, trasportata nel vicino paese di Ponsacco”. Sulla campana è incisa in caratteri gotici un’iscrizione che ne prova la storia e “In alcuni tondi a guisa di medaglia si vedeno impresse la Croce Pisana, alcune aquile, emblema del partito ghibellino e vi è bene impressa la figura di un uomo sopra un ponte di tre luci, con un sacco in spalla, che è lo stemma del Comune di Ponsacco. Queste impressioni fanno supporre con tutta ragionevolezza come alla spesa per la fusione della campana che è di mole rispettabile, concorsero il comune di Pisa, probabilmente per interposizione di Iacopo d’Appiano e quello di Ponsacco nel di cui castello gli Appiano avevano trasferita già la propria dimora. Oltre questi pregi storici ed artistici ha anche quello dell’;antichità. Ed infatti risulta una delle più antiche campane d’Italia”. Secondo una leggenda, accanto alla pieve ponsacchina si trovava un pozzo dove finirono dopo un tremendo terremoto le campane ad eccezione di quella di Appiano. Non riuscendo a svuotare il pozzo dall’acqua, legarono un gatto e lo calarono senza riuscire a trovare il fondo. Il felino invece di bagnato tornò su con molte bruciature, quindi il popolo pensò che il pozzo comunicasse con l’Inferno.