di Guglielmo Vezzosi
PISA
Tutti conserviamo il ricordo di insegnanti e docenti che abbiamo incrociato nella vita. Ci sono bravi maestri, che sanno ben insegnare ai propri allievi e poi ci sono professori che, oltre a questo, si impegnano a far diventare adulti i propri alunni, insegnando loro a maturare e a dotarsi di strumenti per affrontare la vita con spirito critico. A questa seconda e invero piuttosto rara categoria apparteneva Francesca Nenci, scomparsa all’età di 81 anni, per lunghi anni docente di latino e greco nei licei classici di Volterra, Pontedera e poi di Pisa, scuola dove ha anche diretto con successo e scelte innovative il laboratorio teatrale.
Nell’istituto di via Croce, dove arrivò negli anni Ottanta per rimanervi fino alla pensione, è stata un punto di riferimento insieme a un corpo docente, in verità, tutto di prim’ordine. Passava per essere molto esigente, e lo era realmente, ma in maniera direttamente proporzionale alla sua immensa preparazione e al desiderio di trasmetterla ai ragazzi che erano affidati alle sue cure. Dettava, come si faceva un tempo, le versioni di latino quando ormai tutti i colleghi utilizzavano le fotocopie e metteva alla prova i suoi giovanissimi studenti proponendo loro testi universitari di critica letteraria "per aprire le menti, imparare a scrivere correttamente in italiano e guardare lontano" diceva. Niente di più vero visto che, sfangato il ginnasio, gli alunni della professoressa Nenci avevano ricevuto anticorpi e preparazione per poter trascorrere il successivo triennio senza più paure di fronte a interrogazioni e brani da tradurre.
Centinaia di liceali sono passati nelle sue classi, e tra essi anche l’ex presidente del consiglio ed ex segretario nazionale del Pd, Enrico Letta che ieri ha ricordato la sua prof del liceo: "Veramente una parte di vita che se ne va. Ha fatto amare il greco a generazioni intere. Anche se lo ha fatto senza sconti ed essendo sempre esigente. Giustamente esigente. La piango con grande rammarico e nostalgia".
Innamorata dei classici e della Cultura con la maiuscola, studiosa raffinata e rigorosa, Francesca Nenci collaborava anche con il Dipartimento di Filologia classica dell’Università di Pisa, all’interno del quale si era formata. E non a caso, negli anni, ha curato per grandi editori nazionali importanti traduzioni di testi classici. Certamente da ricordare alcuni dei suoi più importanti lavori, il Tieste di Seneca e La Repubblica di Cicerone, entrambi per Bur Rizzoli, ma anche Le Storie di Tacito per gli Oscar Mondadori, tutti con traduzione, commento e un robusto apparato di note e riferimenti bibliografici.
Aveva anche affrontato temi molto attuali: ad esempio con Penelopeia: variazioni sul tema della tessitrice (ed. Ets), dedicato alle donne, alla forza delle donne, alla loro voglia e capacità di essere indipendenti e di affrontare il proprio destino a testa alta. E, in tempi più recenti, con Novena (ed. Ets): nove poesie, tante quante sono le Muse, per assaporare il senso immenso della vita, con le sue gioie, le aspettative, le delusioni, ma anche i dolori, quelli che graffiano per sempre l’anima, e infine il grande mistero della morte e il senso di un sacro che anela di infinito. Sit tibi terra levis, professoressa Nenci.