di Enrico Mattia Del PuntaPISA
"Se il rettore dell’Università di Pisa vuole venirsi a incatenare al Ministero gli preparo la postazione, lo metto in un posto caldo, non siamo più dei ragazzi. Basta che mi dica quando e come: se vuole venire a incatenarsi io lo aspetto". Così il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, ha detto ieri ad Askanews durante gli Stati Generali dell’Università, organizzati dalla Crui alla Camera, rispondendo a quanto aveva affermato il rettore Riccardo Zucchi che si è detto disposto ad incatenarsi al Ministero per protestare contro i tagli al sistema universitario. Zucchi infatti era intervenuto lunedì durante l’incontro all’Università per Stranieri di Siena in un’iniziativa della Rete delle Società scientifiche contro i tagli al sistema universitario. "I tagli ci sono stati – aveva detto Zucchi al vertice senese –, per noi sono 16,5 milioni di euro in meno (6,5%) e l’aumento degli stipendi dei docenti pesa per 6 milioni. Non vogliamo bloccare le assunzioni, ma inevitabilmente saranno rallentate e limitate. Così formiamo giovani di grande valore e li regaliamo ad altri Paesi. Sono disposto anche ad incatenarmi davanti al Ministero, ma dobbiamo essere in tanti. Occorre una risposta di sistema".
"Il Fondo di Finanziamento ordinario – ha risposto il ministro Bernini -, nel 2025 aumenta, sono 9,21 miliardi. Io non so come abbiano spalmato il loro bilancio i rettori Toscani, in particolare il rettore di Pisa, Zucchi: ha un’autonomia di bilancio, di governance, di gestione. Se lui taglia i servizi non è colpa mia: può darsi che abbia speso male".
Un botta e risposta che arriva in un momento delicato per le università toscane, che nei giorni scorsi, sono insorte all’unanimità per contestare le misure del governo. "Il problema – risponde Zucchi, contattato da La Nazione -, non è il ministro Bernini, non imputo a lei i tagli, come i suoi predecessori ha cercato di difendere l’università, ma è la strategia politica generale di questo paese che non va bene sia con governi di centrodestra che centrosinistra".
Mentre sull’aumento del Ffo annunciato dal ministro chiarisce, "ci sono parti libere e parti vincolate, non si può fare l’addizione tra mele e pere. Quest’ultime non possono essere usate ad esempio per pagare le bollette. Il dato di fatto è che alla fine ci mancano 16,5 milioni, e non si tratta (come ha insinuato Bernini, ndr), di amministrare meglio o peggio, perché i tagli si stanno ripercuotendo in tutte le università d’Italia".
Il rettore, infine, è intervenuto anche sul bilancio votato in cda mercoledì e le tensioni avvenute nell’atrio del rettorato. "Se tutti ci vengono incontro l’impatto sull’occupazione degli esternalizzati sarà minino se non nullo, ma bisogna vedere anche cosa farà l’impresa".