REDAZIONE PISA

Università e gender gap. Gli uomini sono di più ma la forbice si è ridotta. Le donne sono in rimonta

Il rettore Zucchi: "Finanzieremo il "restarting grant" fondo che aiuti le ricercatrici che sono andate in maternità a riprendere quanto prima le loro attività" .

Università e gender gap. Gli uomini sono di più ma la forbice si è ridotta. Le donne sono in rimonta

Il gender gap non molla nell’élite dei docenti di fascia alta di Unipi che continuano ad essere il triplo delle colleghe. Ma questa forbice "secolare" si sta riducendo anche perché le ricercatrici incalzano da presso i ricercatori, e le studentesse sono mille e cinquecento in più rispetto agli studenti. Insomma il conto alla rovescia di azzeramento delle disparità di genere, è iniziato e come dice il rettore Riccardo Zucchi (foto): "Va aiutato ed accelerato".

La composizione del personale, suddivisa anche in base al genere (limitatamente alla suddivisione tra donne e uomini) è composta da: professori di prima fascia (ordinari), professori di seconda fascia (associati), ricercatori a tempo indeterminato e determinato, titolari di assegno di ricerca e personale docente a contratto. Il personale di genere femminile risulta essere sottorappresentato nelle posizioni di professore, soprattutto con riferimento a quelle di professore di prima fascia.

Ecco i dati che sanciscono: i professori prima fascia (ordinari), anno 2020, su un totale di 400, 95 sono donne, più del triplo sono gli uomini e cioè 305. Anno 2021, su un totale di 392 docenti, 94 le donne mentre gli uomini sono 298. Nel 2022, la tendenza non cambia ed anzi aumenta il gender gap perché su un totale di 424 professori solo 97 sono donne mentre gli uomini salgono a 327 unità. Per quanto riguarda i ricercatori a tempo determinato ed indeterminato, la forbice del gender gap si riduce sottolineando che le nuove generazioni di ricercatrici incalzano da presso i colleghi uomini. Nel 2022 infatti, su 433 ricercatori, le donne sono 197 mentre gli uomini sono solo una quarantina in più e cioè 236. Inoltre, la new wave generazionale indica che le studentesse sono 23.740 contro i 22mila circa di studenti. Il rettore Zucchi commenta però il dato sui professori ordinari e dice: "Stiamo scontando l’onda lunga di una fase storica e generazionale che limitava fortemente l’accesso agli atenei, non solo il nostro, alle donne. Queste avevano incombenze famigliari che l’uomo non aveva; c’è poco da aggiungere. Ancora oggi, è difficile che la donna riesca a procedere nella carriera speditamente come un uomo, spesso a causa della maternità. Noi faremo di tutto per far sì che ciò non accada e nonostante le ristrettezze economiche di bilancio, finanzieremo il "restarting grant" e cioè un fondo che aiuti ad esempio, le ricercatici che sono andate in maternità a riprendere quanto prima le loro attività". Il rettore poi anticipa un’altra mossa non di poco conto, e dice: "Stiamo modificando statuto ed ordinamento nel senso che in caso di cariche elettive, se vi è parità di votazioni, si preferisca il candidato di genere svantaggiato. Inoltre cercheremo di far sì che le commissioni di selezione dei concorsi siano il più possibile miste cosa che non sempre riesce, ed è un problema di livello nazionale".

Infine, ecco il Zucchi-pensiero e cioè: "La parità di genere è preziosa perché è un arricchimento e non perché siamo tutti uguali. L’arricchimento è dato dalla diversità di approccio alle discipline di studio e di formazione. Nel mio campo ad esempio, un team medico composta da uomini e donne è più efficace. Ci sono studi statistici che dimostrano ciò, ed è così in moltissimi ambiti, la molteplicità di visione e di approccio ad una stessa problematica, ha un grado di efficienza maggiore".

Carlo Venturini