
La chiusura dei ponti in occasione della recente piena dell’Arno è sembrata ad alcuni un eccesso di prudenza in rapporto...
La chiusura dei ponti in occasione della recente piena dell’Arno è sembrata ad alcuni un eccesso di prudenza in rapporto al reale pericolo di esondazione. Si è ricordato come lo Scolmatore abbia impedito, dalla sua entrata un funzione, che non vi fossero state più esondazioni del fiume in città. Naturalmente è stata apprezzata la solerzia delle autorità che si sono riunite più volte in prefettura, fino a notte inoltrata, per verificare minuto per minuto la situazione, segno di un forte senso di responsabilità, di un’accresciuta sensibilità verso la sicurezza e fors’anche di una certa attenzione a non incorrere in eventuali, imprevedibili manchevolezze che potessero accendere l’attenzione della magistratura.
Ciò detto, passiamo allo storico ricordando vecchi immagini riemerse nel ricordo dei pisani più vecchi che descrivono quale fosse nel passato il loro rapporto nel caso di piene del fiume. Pubblichiamo due immagini molto esplicative. In una si vede quanto l’acqua arrivasse a sfiorare e perfino a superare le palancole: quella era emergenza vera, neppure paragonabile al fiume che correva nei giorni scorsi. La seconda foto rende ancora meglio l’idea di cosa sia successo ed ha del clamoroso.
E’ il 1949, il ponte di Mezzo è ancora in costruzione (sarà inaugurato l’anno dopo), addirittura il ponte non ha ancora le spallette, le acque dell’Arno in piena sbattono con violenza contro la struttura ma si consente ai cittadini di attraversare tenendosi in piedi grazie a una staccionata stesa lungo l’intera lunghezza del ponte. Cittadini e amministratori eroici o forse incoscienti?
Renzo Castelli