Urla e minacce, sanitari aggrediti in pronto soccorso

Ennesima aggressione al pronto soccorso di Cisanello, Pisa. Due uomini hanno minacciato e aggredito verbalmente medico, infermiere e Oss per presunto ritardo nell'assistenza. La situazione è stata calmata dai sanitari, ma la mancanza di presidio fisso di polizia preoccupa.

Urla e minacce, sanitari aggrediti in pronto soccorso

Ennesima aggressione al pronto soccorso di Cisanello, Pisa. Due uomini hanno minacciato e aggredito verbalmente medico, infermiere e Oss per presunto ritardo nell'assistenza. La situazione è stata calmata dai sanitari, ma la mancanza di presidio fisso di polizia preoccupa.

Ennesima aggressione al pronto soccorso dell’ospedale di Cisanello. L’episodio è avvenuto domenica intorno alle 14, quando due uomini, familiari di una paziente, hanno aggredito verbalmente un medico, un infermiere e un operatore sociosanitario (Oss). Il motivo, secondo quanto riferito da testimoni presenti, era il presunto ritardo nell’assistenza alla loro congiunta: "Secondo loro, era trascorso troppo tempo da quando la familiare era stata presa in cura". Uno dei due uomini indossava una divisa di un’associazione di volontariato, ma non faceva parte degli equipaggi operativi presenti in quel momento. I testimoni raccontano che i due hanno iniziato a urlare, cercando di forzare l’ingresso nel pronto soccorso e invitando alcuni operatori sanitari a uscire, accompagnando il tutto con minacce velate. "Hanno anche girato video durante l’aggressione", confermano i presenti. Nonostante la situazione tesa, i sanitari sono riusciti a calmare la situazione e a far allontanare i due uomini. Solo successivamente, è stato allertato il personale della vigilanza e la polizia, che è intervenuta per procedere con l’identificazione dei responsabili.

"Il problema è sempre lo stesso - denuncia Daniele Carbocci, segretario del sindacato Nursind di Pisa – Senza un presidio fisso di polizia, chiunque si sente autorizzato a urlare, minacciare e, come in questo caso, a mettere in pericolo il personale sanitario. Anche questa volta, medici e infermieri sono stati minacciati di morte." Carbocci ricorda inoltre l’incontro con la Regione Toscana, durante il quale sembrava si stesse accelerando per garantire la presenza di un presidio fisso. "Dopo quell’incontro – conclude-, pensavamo che si sarebbe proceduto rapidamente, ma a oggi non abbiamo ancora ricevuto notizie certe in merito".

EMDP