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Ventitré candeline per l’associazione L’Alba: "Il sogno gustosamente inclusivo continua"

"Il sogno gustosamente inclusivo" dell’associazione L’Alba continua, più vivo, intenso e florido che mai. Ieri l’associazione presieduta dalla spumeggiante e vulcanica Diana Gallo ha compiuto 23 anni, consacrandosi sempre più come modello di riferimento di volontariato, associazionismo e impresa sociale. Dal 2000, anno della sua fondazione, l’associazione porta avanti la stessa mission: offrire ai ragazzi con disabilità "spazi inclusivi e di integrazione, spazi di vita vera, non ghetti, ma percorsi di amore solidarietà e trasformazione attraverso tutti i nostri locali", spiega Diana Gallo a La Nazione. "Il nostro sogno - prosegue - è sempre stato quello per cui un giorno non troppo lontano i pazienti psichiatrici potessero gestire un ristorante, un catering, una pizzeria, uno stabilimento balneare, che potessero vivere in autonomia, in città, in pieno centro storico e che potessero andare al mare e socializzare con tutti, inclusi nel mondo e non reclusi". "Locali che gestiamo con amore e creatività, offrendo percorsi di sostegno e riabilitazione psico sociale a ragazzi ‘specialissimi’, con disabilità o patologie psichiche, grazie anche all’incessante sostegno del tessuto istituzionale: Comune, Provincia, Regione, Università di Pisa e Usl Nord Ovest".

Un radicamento de L’Alba che si fonda sui "valori dei gruppi di auto-aiuto, il supporto tra pari, il welfare “quello bello”, fatto dal basso, ma che con intelligenza cresce e si stabilizza su un territorio perché crea, costruisce, fa rete, intesse legami e fa impresa". "In questi 23 anni sono proliferate le nostre attività turistico ristorative, tra cui la pizzeria Roba da Matti, il Ristorante Quore, il Lido Big Fish, il Catering del Quore, in cui lavorano pazienti psichiatrici, disabili intellettivi, percorsi serD e uepe". Attività nate anche per "rispondere all’esigenza di autofinanziamento" come il Ristorante Quore, "guidato dall’instancabile Valeriana Ammannati, Capo Chef e coordinatrice insieme allo staff di una decina di ragazzi che si alternano al ristorante tra stage, laboratori professionalizzanti, volontariato attivo".

"I clienti che scelgono i nostri ristoranti - conclude - devono essere orgogliosi del loro gesto perché sostengono i nostri progetti e contribuiscono alla circolarità della nostra economia".

Francesco Ingardia