Ci siamo, parte oggi la tre giorni dell’Internet Festival, la più longeva manifestazione che indaga il rapporto tra società e tecnologia. Fino al 13 ottobre in tutta la città di Pisa ci saranno stand, eventi, dibattiti, dimostrazioni, simulazioni, giochi a premio e tante iniziative per scoprire, anche divertendosi, cosa ci riserva la tecnologia di domani.
Ma cos’è Internet Festival dopo 14 edizioni? A questa domanda risponde il direttore Claudio Giua, che definisce l’evento "L’occasione annuale di fare un punto chiaro e preciso su come sta andando il mondo dell’innovazione. Se uno vuole capire cosa è successo negli ultimi 12 mesi e immaginare i successivi dodici, deve passare da Pisa".
Il suo più grande orgoglio per la manifestazione?
"La stupirò: non è legato alla natura del Festival ma alla capacità di far dialogare e lavorare tra loro le più importanti istituzioni e atenei toscani e di Pisa. Un orgoglio organizzativo, ma non nego che molti eventi e dibattiti sono veramente interessanti".
Le novità dell’edizione?
"Indagheremo sempre più a fondo le possibilità dell’intelligenza artificiale che diventa sempre più sofisticata. Nonostante il nostro festival abbia nel nome ‘Internet’, quella fase è superata e dobbiamo investire sempre più nelle forme di futuro: oggi l’intelligenza artificiale la fa da padrona, nel bene e nel male".
II neo premio Nobel Geoffrey Hinton lancia un monito sui ‘troppi pericoli’ dell’intelligenza artificiale. Che ne pensa?
"I pericoli ci sono e sono molto evidenti. Ormai ci affidiamo alle risposte dell’Ia come fosse qualcosa di straordinario e infallibile. Grave errore. Il dubbio di noi umani è fondamentale, l’Ia se ne pone pochi. Dobbiamo instillare nell’Ia il dubbio e non lasciarcisi guidare. Va mantenuta l’umanità nella tecnologia".
È questa la sfida futura dell’intelligenza artificiale?
"Le sfide sono infinite e spaziano in tantissimi ambiti. Il punto più importante credo sia però la creazione di un sistema di controllo, anche legale, per poter restare sempre padroni dell’intelligenza artificiale".
Cosa vorrebbe nelle prossime edizioni?
"Sempre più coesione tra i vari attori in programma e soprattutto trovare risposte ai quesiti posti nell’edizione precedente. In 14 anni siamo passati dal ragionare di cose nate e poi scomparse o piccole innovazioni che diventano avanguardia: oggi siamo davanti a una rivoluzione talmente grande che ne parleremo nei prossimi 20 anni in modo costante. Vorrei che riuscissimo a dare risposte ai quesiti e farle capire alla cittadinanza".
Mario Ferrari