REDAZIONE PISA

Tratta dei viados, matrimoni per restare legalmente in Italia

Quattro arresti a Pisa, Viareggio, Massarosa e Livorno

Un viado (foto di repertorio)

Un viado (foto di repertorio)

Pisa, 14 agosto 2018 - Un'operazione dei carabinieri del nucleo investigativo di Pisa per il contrasto alla prostituzione ha portato stamani all'arresto di quattro persone e all'esecuzione di altre misure per altri indagati (obbligo di dimora). L'inchiesta è per associazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione. Le misure cautelari sono state eseguite a Pisa, Viareggio (Lucca), Massarosa (Lucca) e Livorno, al termine di un'indagine durata circa due anni, che ha fatto emergere un importante circuito economico basato sullo sfruttamento di circa 30 transessuali brasiliani, costretti a prostituirsi in strada a Pisa e a Migliarino, nel comune di Vecchiano ( Pisa).

Gli sfruttatori erano altri transessuali brasiliani che insieme ad alcuni italiani hanno goduto di un flusso di denaro di alcune centinaia di migliaia di euro all'anno, grazie all'organizzazione di viaggi, alla predisposizione delle case per ospitare l'attività di prostituzione e allo sfruttamento del lavoro dei viados.

Le quattro persone arrestate sono tutte brasiliane, obbligo di dimora invece per altrettanti italiani, residenti in Toscana, che avrebbero avuto il ruolo di autisti: andavano a prendere a casa, a Pisa, i viados per portarli nelle zone della prostituzione. A capo dell'organizzazione invece due brasiliani di 35 e 33 anni, uno dei quali ha poi cambiato sesso. L' inchiesta,avviata due anni fa, coordinata dal pm Paola Rizzo e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Pisa, avrebbe accertato che i viados per "liberarsi" dall'obbligo di prostituirsi dovevano pagare fino a 20.000 euro ciascuno, denaro richiesto a pagamento del debito contratto con le madrine, trans che avevano prestato loro i soldi per lasciare il Brasile e venire in Italia. Sempre i viados sarebbero stati costretti a pagare ai loro sfruttatori un affitto orario per sostare nelle piazzole dove si prostituivano.

Nell'inchiesta i carabinieri hanno accertato che due dei quattro autistì italiani, ritenuti complici dei capi dell'organizzazione nella gestione logistica del giro, si erano congiunti con formale unione civile con due transessuali tra i capi dell'organizzazione e adesso in carcere. Ciò, viene spiegato, per dare loro la possibilità di restare legalmente in Italia alla scadenza del permesso di soggiorno. I due che hanno deciso di unirsi coi viados, sono un napoletano, che ha sposato nel 2007 un transessuale già divenuto donna con operazione chirurgica di cambio di sesso, e un livornese unitosi civilmente, trattandosi di persone dello stesso sesso maschile, con un viado. In entrambi i casi le cerimonie nuziali si sono svolte presso il Comune di Pisa. Nel secondo caso la gang dei trans ha pagato soldi al livornese.