
Viaggio a Bocca d’Arno sugli storici retoni marinesi "Sono i nostri monumenti e noi li mostriamo al mondo"
di Ilaria Vallerini
Lassù dove il tempo è scandito dal ritmo della natura e l’Arno abbraccia il mare, l’unico rumore è quello del bilancione calato in acqua da braccia bruciate dal sole. Il retone color smeraldo, incastonato su un pugno di scogli, è uno dei "monumenti di Bocca d’Arno". "Un segno distintivo nelle vedute di Marina che contraddistingue questo luogo unico al mondo", raccontano Nicola Ghimenti, pescatore marinese da oltre trent’anni, e il socio e collega Massimo Giovannelli. Sciolta la cima all’attracco sul Lungarno d’Annunzio 254 si parte sul motoscafo verso la palafitta. Un viaggio nella cultura e tradizione dei pescatori marinesi, che ancora oggi, mettono in pratica gli insegnamenti di padri e nonni utilizzando le reti da pesca fissa sulle cosiddette “bilance“ – capanne di legno su palafitte – e immettono sul mercato locale pesce fresco a km zero. "Queste capanne si svilupparono molto nel dopoguerra. In quel periodo la pesca fu una fonte di mantenimento importante nella fascia costiera della provincia di Pisa", raccontano. Oggi invece la competizione sul mercato dei grandi produttori si fa sentire e l’attività di pesca locale è diventata una nicchia da tutelare. Nicola e Massimo, non hanno mollato, anzi hanno fatto di più per ridare vita ad un pezzo di storia marinese e per mantenerlo vivo: hanno aperto questo mondo, intimo e suggestivo, anche ad appassionati e visitatori curiosi di vivere un’esperienza diversa all’insegna della semplicità con visite giornaliere e notturne. Pochi oggetti, quelli indispensabili, e il mare che circonda la bilancia sui quattro lati e cinge i lembi di terra di Marina e della spiaggia selvaggia e incontaminata del Gombo. Un’iniziativa che ha attirato diverse tv estere, fino al programma “Camper“ di Rai 1 circa un mese fa. "Agli ospiti – spiegano i pescatori –facciamo vedere come funziona il bilancione per pescare e poi ciò che viene pescato può essere cucinato direttamente sul posto. E’ il sapore dell’anima".
Oltre alle visite c’è sempre e comunque la pesca che tiene occupati i pescatori tutto l’anno. "La vita di un pescatore è per scelta, l’amore verso il mare non è un mestiere", dice Nicola. "Sono cresciuto qua e non posso immaginarmi lontano dal mare". La pesca però è cambiata nel corso degli anni: "Ci sono delle specie che non si vedono più a Marina come per esempio i cannolicchi. Di recente invece abbiamo pescato il granchio blu – aggiunge – e lo abbiamo cucinato, la polpa è molto buona, purtroppo è una specie che mette a rischio la nostra biodiversità e questo ci preoccupa. Ma comunque la pesca locale è ancora ricca: cozze, muggini, spigole, pesce azzurro non mancano nel nostro mare". Di inverno, poi, quando la stagione delle visite alla bilancia si interrompe "torniamo alla nostra attività principale: usciamo in mare la notte con due ore di sonno addosso, ma felici di vivere il mare e del mare".