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Squalo pinna nera a largo di Marina di Pisa, l'esperto: "Non è pericoloso, ma non va disturbato"

Dopo l'avvistamento dell'esemplare, il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo ha esaminato il video

Lo squalo filmato dai pescatori

Pisa, 12 agosto 2015 - Dopo la diffusione del video sullo squalo Pinna Nera preso all’amo nelle acque di Marina, abbiamo chiesto il parere di un esperto. Marco Leone, laureato in Scienze Ambientali e con un master in Biologia Marina, lavora come esperto al Museo di Storia naturale del Mediterraneo di Livorno. «Anche se i fotogrammi non sono ad alta risoluzione, visto che il video è amatoriale ed è stato girato con un cellulare – sottolinea Leone –, pare proprio che lo squalo ripreso e catturato dai pescatori appartenga alla famiglia dei Pinna Nera, forse il Carcharhinus melanopterus.

È una specie abbastanza comune nel Mar Mediterraneo, anche se di solito viene avvistata più a sud rispetto alle nostre zone. Abitano le zone vicine alle coste, quindi è normale che venga pescato a poche miglia dal litorale. Probabilmente si stanno spingendo più a nord a caccia di piccoli pesci, ma anche calamari e seppie, che sono le loro prede principali. Per fortuna non sono particolarmente pericolosi pur essendo squali veri e propri». Questo squalo vive in comunità e può essere facilmente identificato per le vistose chiazze nere presenti all’estremità delle pinne. Predilige le acque poco profonde e sotto costa, abitando spianate sabbiose. In genere raggiungono lunghezze di 1 metro e 60 centimetri. Il loro territorio è molto ristretto, e ad esso sono piuttosto fedeli, visto che sono disponibili a cambiarlo solo dopo un lungo periodo di permanenza nella stesa zona.

Sono predatori attivi di piccoli pesci ossei, cefalopodi, crostacei, ma non disdegnano i grossi uccelli marini, ad esempio, i gabbiani, se si fermano sul pelo dell’acqua per farsi trasportare dalla corrente. Timido e schivo, questo animale è difficile da osservare e raramente rappresenta un pericolo per l’uomo, a meno che non venga disturbato durante la caccia. La pesca intensiva degli ultimi anni sta minacciando questa specie secondo l’International Union for Conservation of Nature (Iucn) e il loro avvistamento nelle nostre acque costiere, come quello dei giorni scorsi a Livorno, dove sono stati trovati numerosi pesci volanti tipici delle zone calde, sembrano la diretta conseguenza di un riscaldamento globale che cambia in maniera profonda e veloce l’ecosistema marino italiano. Andrea Valtriani