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Vigili del fuoco: "Cibo solo da casa". La protesta per la mensa interna

Vigili del fuoco pisani protestano per la scarsa qualità del vitto in mensa, decidono di portarsi il cibo da casa. Sindacati denunciano carenze e organizzano assemblea.

Vigili del fuoco: "Cibo solo da casa". La protesta per la mensa interna

Vigili del fuoco in azione: molti gli interventi che eseguono ogni giorno sul territorio. La foto in questo caso è di repertorio

"Un giorno ci siamo dovuti dividere una mozzarella". Protestano i vigili del fuoco pisani, che non mangiano più alla mensa, ma hanno deciso di portarsi il cibo da casa. Sotto accusa, appunto, il vitto fornito.

"Le derrate non sono sufficienti, la qualità è scarsa", scrivono in un comunicato. Così il coordinamento provinciale delle Ooss ha organizzato ieri "a margine di numerose ed inascoltate segnalazioni relative all’inadeguatezza della mensa di servizio", l’assemblea del personale all’interno dell’aula magna del Comando provinciale di Pisa.

Un’assemblea organizzata da FpCgil, FnsCisl, Uilpa vigili del fuoco e condivisa da Usb presente. I rappresentanti delle sigle sindacali hanno illustrato "le annose problematiche inerenti la mensa in sede centrale e in sede aeroportuale, che hanno fatto scaturire lo stato di agitazione".

Il personale che ha assistito all’incontro sindacale "ha condiviso le problematiche inerenti la pessima gestione della mensa e tutte le carenze denunciate dalle Ooss".

Ma di quanti pasti giornalieri si parla? "Circa 70-80 quando si tengono i corsi. 26 (13 a turno) al giorno per pranzo e cena senza i corsi, più quelli per i giornalieri".

Oggi è previsto un vertice tra i capi e vice capi turno con il Comando e la ditta esterna che gestisce la mensa. "Il personale ha chiesto ai capi e ai vice capoturno di farsi portavoce, in quella sede, dei problemi denunciati da Cgil, Cisl e Uil nello stato d’agitazione" e "ha deciso di continuare la protesta nelle medesime modalità in atto, cioè di non usufruire della mensa di servizio sia in sede centrale che aeroportuale, fino alla convocazione del tavolo di raffreddamento richiesto". In pratica, "non mangiamo più in mensa e ci portiamo il pasto domestico dietro garantendo comunque le calorie necessarie come da circolare ministeriale".

"Abbiamo proposto di alzare il livello della protesta, anche mettendo a conoscenza l’opinione pubblica" attraverso il comunicato.

Nel dettaglio. "La qualità è scadente – spiegano i sindacati che hanno raccolto le segnalazioni dei colleghi – Una volta uno di noi in straordinario ha dovuto dividere una mozzarella, perché manca il cibo, i bicchieri a disposizione sono contati e, se beviamo più volte durante la giornata, dobbiamo rigovernarli, il pane talvolta si ammuffisce".

"Ci sono poi incongruenze fra quanto prenotiamo e il servizio stesso. Siamo arrivati al limite ed è giusto che non solo i nostri vertici, ma anche i cittadini conoscano questa situazione che va avanti da un po’. Siamo arrivati a portarci le nostre vivande da casa, ovviamente nel rispetto di tutte le regole".

An. Cas.