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Villa Madrè acquistata all’asta da Madonna

Nuova vita per il rudere simbolo di scelte sbagliate del passato. Ora via al recupero: "In pochi mesi decideremo cosa farne"

di Gabriele Masiero

PISA

Doveva essere un business hotel tra piazza dei Miracoli e San Rossore facendo risorgere l’antica villa ottocentesca, è invece rimasto per anni un’istantanea pessima pessima per la città. E’ il caso di Villa Madrè, immobile di proprietà di Condotte, che la Casa di Cura di San Rossore si è appena aggiudicata all’asta per poco più di 1,3 milioni di euro, che in pochi anni è diventata un rudere imbarazzante per tutti. Fu l’allora amministrazione Fontanelli nel 2006 approvò il Piano attuativo di una struttura turistico ricettiva che avrebbe dovuto realizzare proprio Condotte. Ma quel progetto non è mai decollato e il Comune nel tempo a provare a tamponare una situazione che andava via via diventando sempre più complicata. Ci ha provato con Apes, che affittò la struttura per inserirla nel circuito dell’emergenza abitativa, ma anche in questo caso il tentativo è naufragato miseramente. Negli ultimi anni la villa è stata semplicemente un monumento all’incuria. Un rudere a due passi dal sito Unesco e da uno dei polmoni verdi più pregiati della Toscana. "Per questo - spiega Andrea Madonna, presidente della Casa di Cura di San Rossore - abbiamo deciso di fare un’offerta per rilevare Villa Madrè, con l’obiettivo di risolvere un’annosa questione che confina peraltro con tutte le nostre proprietà presenti nella zona. E quindi era nostro interesse risolvere uno scempio che si perpetuava da anni. Nei prossimi mesi faremo tutte le valutazioni necessarie per decidere come trasformare questo bene e restituirlo alla città in un’area sicuramente di gran pregio dove abbiamo da poco realizzato un centro sportivo di qualità".

Nessuna soluzione è esclusa ma al momento la famiglia Madonna non ha ancora deciso il futuro di Villa Madrè: le considerazioni da fare sono molte e dovranno tenere conto soprattutto della congiuntura che stiamo attraversando con i costi delle materie prime che in molti casi appaiono fuori controllo.

Tuttavia, secondo quanto si apprende, la volontà è quella di riqualificare il bene e di aprire i cantieri al più presto, probabilmente già entro la fine dell’anno. Il metodo seguito sarà quello di sempre che accompagna le scelte dei Madonna: analisi di mercato e costi-benefici, ma con la cifra che ha caratterizzato tutti gli interventi eseguiti finora: "Ragioneremo senza escludere alcuna possibilità - conclude Andrea Madonna - ma certamente tenendo presente il contesto ambientale in cui realizzeremo il recupero che sarà dunque orientata alla qualità e alla volontà di creare una soluzione che rappresenti un valore aggiunto anche perché siamo perfettamente consapevoli che questo immobile si trova in un’area investita da importanti flussi di traffico e che da solo rappresenta una specie di biglietto da visita di qualità. E quindi agiremo di conseguenza come abbiamo già fatto per il borgo di Eliopoli, al Calambrone, o per Palazzo Feroci, a due passi da piazza dei Cavalieri".