"E’ stato un anno durissimo per tutti e lo racchiudo in due personali istantanee: la prima notifica di una quarantena a un nostro concittadino entrato in contatto con un positivo, che ci ha sbattuto in faccia tutta la gravità della situazione che fino ad allora vedevamo per lo più a Codogno e in Lombardia, e il momento in cui abbiamo individuato, messo a posto e consegnato una casa rifugio per le donne vittime di violenza". Così il vicesindaco Raffaella Bonsangue (nella foto), che ha anche la delega al patrimonio e alle pari opportunità, descrive un anno di Covid sotto la Torre.
Il Comune decise qualche giorno prima la chiusura dei locali di Vettovaglie.
"Siamo stati precursori di una scelta inevitabile con i numeri che avevamo in mano. E anche i dati di oggi, che non sono rassicuranti, dimostrano che quelle scelte furono giuste, ma ora è necessario accelerare sui vaccini: spero che il governo Draghi imprima una svolta. Ad esempio avviando una vaccinazione di massa tra i giovani, ma anche puntando i piedi per far rispettare i contratti alle case farmaceutiche e magari ottenere royalties eque che garantiscano produzione e somministrazione per tutti".
Ha citato la casa-rifugio per donne vittime di violenza, perché?
"Perché la loro è stata un’emergenza nell’emergenza. L’isolamento domestico ha esasperato le relazioni conflittuali e le donne sono andate ancora più in difficoltà. I numeri diffusi dalla Società della Salute (82 casi di violenza in 15 mesi) sono drammatici. Poi ci sono le difficoltà sul lavoro, perché la pandemia ha acuito il gap tra uomo e donna. E’ un tema che non può essere sottovalutato, ma c’è anche dell’altro".
Che cosa?
"Noi donne della giunta siamo servite a ricordare costantemente ai colleghi uomini le difficoltà quotidiane di conciliare tempi di vita e lavoro. Siamo riuscite a sottolineare, anche solo con la nostra presenza, quanto le donne dovessero occuparsi di responsabilità familiari, professionali e istituzionali".
Gab. Mas.