Pisa, 24 novembre 2024 – “In ospedale ogni giorno è il 25 novembre”. Con queste parole Mojan Azadegan, responsabile aziendale per l’Aoup della rete di servizi codice rosa, sottolinea l’impegno quotidiano del personale sanitario nel contrasto alla violenza di genere che si manifesta nei numeri di attività del codice rosa, il percorso riservato alle vittime di violenza.
“Nei primi nove mesi del 2024 - spiega Azadegan - abbiamo avuto 131 accessi per casi di maltrattamento o abuso, tra i quali anche 10 minori”. Un fenomeno trasversale, che colpisce tutte le fasce d’età e in particolare le donne che rappresentano circa il 74% delle vittime. A colpire, inoltre, è la forte incidenza del fenomeno sulla popolazione anziana, con 14 casi di maltrattamento tra over 70. Ma la violenza di genere non risparmia neppure i giovani, con 19 casi tra 18 e 29 anni. “E i numeri, non sempre, restituiscono una fotografia reale del fenomeno”.
VOCI CONTRO LA VIOLENZA: le videotestimonianze
In che senso?
“C’è chi non parla per paura o chi si rivolge a un ospedale di un altra città per il timore di essere riconosciuto. Per questo, l’appello che vogliamo lanciare è: rompete il silenzio. Qui ci prendiamo cura delle vittime in assoluta riservatezza”.
Come si attiva il protocollo?
“Se una persona arriva in Pronto Soccorso o in qualsiasi altro reparto con ferite sospette, tutti i sanitari sanno quale procedura seguire e a chi rivolgersi. Un altro fattore da osservare è, per esempio, il numero degli accessi. Se la stessa persona si presenta più volte scatta l’allarme”.
Avete delle tempistiche?
“La rete del codice rosa è tempo-dipendente, significa che ci impegniamo a garantire il servizio entro 72 ore. In più, per chi non se la sentisse di sporgere subito denuncia, c’è la catena di custodia: i prelievi vengono conservati per dare la possibilità alla vittima di decidere con calma”.
Dietro c’è un grande lavoro di squadra.
“Tutto è possibile grazie alla collaborazione tra quattro diverse realtà, il Comitato unico di garanzia, l’Onda, il Centro di salute e medicina di genere e la Rete aziendale Codice rosa, che lavorano insieme per un obiettivo comune. In più, c’è un continuo confronto con forze dell’ordine, associazioni, altri ospedali per garantire una continuità assistenziale su tutto il territorio”.