Violenza trasversale: "I maltrattanti sono italiani (75%) e di solito acculturati"

L’allarme della Casa della donna: "Solo il 3,5% sono sconosciuti un problema che appartiene a tutti i ceti sociali ed economici. Non legato all’immigrazione, critichiamo le parole del ministro Valditara".

di Stefania Tavella

"Italiano, benestante e solo nel 3,5% dei casi uno sconosciuto". E’ l’identikit del maltrattante emerso dai dati del centro antiviolenza della Casa della donna di Pisa, illustrati ieri mattina in conferenza stampa nella sede dell’associazione in via Galli Tassi: nel 2023 su 340 maltrattanti, il 75% era italiano, solo il 16% disoccupato, e il 3,5% era uno sconosciuto. "Critichiamo fortemente le parole del ministro Valditara - ha affermato la presidente Ketty De Pasquale -, che ha strumentalizzato ancora la violenza contro le donne associandola all’immigrazione. Proprio questi numeri ci fanno capire, invece, che si tratta di un fenomeno trasversale che appartiene a tutti i ceti sociali e economici". Parole, quelle del ministro, che "non rendono giustizia alle centinaia di donne uccise da uomini italiani, benestanti e socialmente adeguati, come l’assassino di Giulia Cecchettin", ha proseguito la presidente dell’associazione. Ha espresso il suo disappunto anche Giulia Guainai, presidente della Società della Salute, la quale ha sottolineato come "il patriarcato sia un problema reale all’interno della nostra società. Associare la violenza sulle donne all’immigrazione o al disagio sociale significa avere una visione poco chiara del fenomeno". In base ai dati rilevati dal Centro Antiviolenza della Casa della donna di Pisa, inoltre, il 77,2% delle donne che hanno chiesto aiuto nell’ultimo anno sono italiane, mentre il 22,8% sono straniere. E le richieste, stando ai numeri, risultano in aumento rispetto agli anni passati. Nel 2022, infatti, le telefonate al numero dedicato 050 561628 erano state 1.616, cifra che sale a 1.948 per il 2023. E nei primi nove mesi del 2024 i nuovi contatti attivati sono già arrivati a 301. Altro aspetto rilevante è l’attività degli sportelli presenti nei comuni di Cascina, Fauglia, Vecchiano, Vicopisano e Ponsacco: il 20,06% delle donne che hanno contattato il Cav nel 2023 lo ha fatto attraverso gli sportelli dislocati sul territorio. "In questo modo - ha aggiunto De Pasquale - anche le donne che non vivono a Pisa possono trovare un punto di ascolto qualificato. Una rete diffusa che raggiungendo la periferia permette a tutte di entrare a contatto con l’Associazione in modo più agevole e al tempo stesso garantisce gli standard di sicurezza e tutela della privacy".