REDAZIONE PISA

Visite senza fare la ricevuta Il licenziamento è definitivo

Alla Corte di Cassazione, il professor Piero Berti, 61 anni, tra vari aspetti aveva lamentato che "egli non aveva mai ricevuto contestazioni formali da parte della azienda – che pure era a conoscenza della pendenza del procedimento penale — e non aveva potuto svolgere le sue difese: aveva ricevuto in data 29 luglio 2016 un invito ad astenersi da ogni attività assistenziale ed appena due settimane dopo il provvedimento di allontanamento definitivo, senza che venisse attivato alcun contraddittorio".

Ed aveva anche lamentato violazione e falsa applicazione di legge per avere la sentenza d’appello escluso "che l’estinzione del reato per prescrizione sia equivalente al riconoscimento di non colpevolezza dell’imputato ed affermato essere pacifico che le condotte del Berti integrassero il reato di abuso d’ufficio e le gravissime mancanze ai doveri d’ufficio". Doglianze che non hanno sortito effetto: la Cassazione ha confermatola sentenza di secondo grado sul licenziamento del chirurgo. In tre gradi di giudizio è stata riconosciuta la fondatezza del provvedimento del direttore generale dell’Aoup che firmò la sospensione e l’allontanamento del chirurgo. Secondo gli ermellini quindi "nonostante l’intervenuta prescrizione del reato di cui il Berti era stato chiamato a rispondere in sede penale, era pacifico che le sue condotte — l’avere richiesto ed incassato direttamente onorari per visite effettuate in regime di intramoenía, dirottato i pazienti ad una struttura convenzionata dove effettuava interventi (formalmente a nome di altro operatore), fissato appuntamenti senza osservare le procedure — integravano le gravissime mancanze ai doveri d’ufficio che giustificavano l’allontanamento".