Pisa, 1 novembre 2023 – “La vita di mio figlio adesso è in un inferno e io mi batto per lui. Una condanna vissuta come una profonda ingiustizia; gli allenamenti senza mai giocare una partita coi compagni e la scuola fra risatine e parole fuori luogo. Per un ragazzo così giovane, laddove il calcio è parte integrante della vita e del contesto sociale, è un colpo durissimo dal quale fatica a riprendersi".
E’ lo sfogo di un padre. Del babbo, come si dice qui da noi, di uno dei tre giocatori dello Zambra condannati dalla giustizia sportiva a quattro anni di squalifica per quello che il Collegio di garanzia del Coni ha stabilito essere il caso di una partita truccata. La vicenda, contestatissima, attiene ad una presunta combine gestita dagli adulti che si sarebbe consumata nel campionato toscano dei Giovanissimi regionali Élite, cioè in un match fra ragazzini di 15 anni. Secondo l’accusa lo Zambra avrebbe operato una sorta di "sabotaggio" del campionato e ciò sarebbe emerso anche da un post pubblicato su Instagram. I fatti risalgono al 15 maggio 2022. L’accusa sostiene che lo Zambra avrebbe perso il match di proposito contro il Montignoso (1-0) per determinare la retrocessione del Floria Grassina Belmonte. Nel mirino sarebbe finito, in particolare, un calcio di rigore determinato da un intervento falloso effettuato da un giocatore dello Zambra nel finale di uno dei due spareggi play out: da lì il gol, la vittoria del Montignoso e la retrocessione del Floria Grassina Belmonte. E’ stata proprio quest’ultima società a inviare un esposto alla procura federale segnalando una serie di presunti fatti anomali accaduti nel corso del match: conversazioni intercettate in tribuna, un video e un dialogo in chat tra un calciatore under 15 fiorentino e uno massese.
In primo grado lo Zambra era stato assolto. La sentenza della Corte federale d’appello a sezioni unite a febbraio si era espressa, invece, contro la società pisana. Poi è arrivata la mazzata del Collegio di garanzia del Coni: il ricorso dello Zambra non è stato accolto. Così restano le squalifiche: 4 anni a Federico Viviani (all’epoca dei fatti allenatore dello Zambra) e a tre baby calciatori nonché l’esclusione dai campionati regionali per illecito sportivo.
“Mio figlio è innocente – è un grido di dolore quello del padre – e lo dimostreremo. E’ stato condannato per un abbraccio ad un compagno. Ricorreremo al Tar e, se non sarà possibile, andremo fino al tribunale sportivo di Losanna". "La cosa più grave – continua il padre – è che siamo stati condannati, come si legge nei documenti, per meri indizi. E per una combine dove nessun altra squadra però risulta coinvolta. Questo mi dilania". Il genitore però si è rivolto al nostro giornale per raccontare la vicenda del proprio figlio: "Che ancora oggi paga le conseguenze di tutto questo – dice –. Si allena con una squadra tutti i giorni, ma quando arriva la partita siede in tribuna e vede gli altri giocare. La società ogni tanto organizza una amichevole per farlo giocare e lui dà tutto sé stesso. A scuola è stato preso di mira e c’è chi lo deride. Questa condanna a dei minorenni può ritenersi davvero ‘educativa’?". E ancora: "Condannare ad una squalifica di 4 anni dei ragazzi significa dire loro: ‘Non giocherete mai più’. Ma lo sapete che cosa mi colpisce: che alcuni professionisti, per altri tipi di illeciti, vengono condannati a pochi mesi. Mentre tre ragazzini dello Zambra sono raggiunti da una mazzata di quattro anni. Vi sembra regolare?".