
Un gatto nero
Pisa, 17 novembre 2016 - Oggi si celebra la giornata del gatto nero. Novembre è il mese sicuramente meno allegro di tutti e il giorno 17 è stato scelto apposta per sfatare la superstizione che il gatto nero porti sfortuna. E’ quindi un’occasione di riflessione per ripercorrere la storia di questo affascinante animale come ci propone la poetessa e scrittrice Nadia Chiaverini.
Nell’antico Egitto il gatto era molto rispettato, in quanto utile come cacciatore di topi che infestavano i granai e come animale da compagnia , addirittura venerato come una divinità. La dea Bastet, raffigurata con corpo di donna e testa di gatta, simboleggiava la fecondità, la bellezza e la luce, ma anche la luna, per la particolare capacità naturale dei felini di vedere al buio.
I gatti furono introdotti in Europa dai greci, e successivamente dai romani. Trasportati con le navi mercantili i si diffusero nei paesi del Mediterraneo, tanto che in Corsica vi sono ancora oggi gatti selvatici con morfologia simile quella dell'antico gatto africano. Persi i privilegi ed il suo ruolo divino, arrivando in Europa il gatto venne apprezzato più come animale curioso, da compagnia, ma non come animale da utilità, poichè per la caccia ai topi si preferivano le piccole e fameliche donnole; solo più tardi si capì che il gatto poteva essere più adatto a questo scopo.
Il medioevo fu Il periodo di gran lunga più buio per il gatto, specialmente se nero, che era considerato il compagno diabolico delle streghe (per la sua abitudine di uscire di notte) e per il colore , associato all’inferno e al lutto .
I gatti neri, come incarnazione di Satana, seguirono così il destino delle streghe: nel Malleus Maleficarum (Il Martello delle Streghe), il più famoso manuale antistregoneria datato 1486, si dice che le streghe, messe sotto tortura, confessassero “spontaneamente” di essersi congiunte carnalmente con un grosso gatto nero , incarnazione di Belzebu. Tra il 1500 e il 1700, a seguito dell’Inquisizione, i gatti sparirono quasi completamente dal continente europeo. L’origine della diceria della sfortuna portata dal gatto nero che attraversa la strada risale invece all’epoca in cui si andava a cavallo . Infatti, se un gatto attraversava all’improvviso la strada, il cavallo poteva semplicemente spaventarsi e disarcionare il cavaliere.
Con l’Illuminismo ed altre correnti del pensiero moderno la persecuzione del gatto associata alla stregoneria ebbe termine e le prime pubblicazioni di storia naturale contribuirono alla conoscenza ed all’amore verso gli animali. Pasteur elogiò il gatto come animale pulito, e in epoca vittoriana venne considerato non solo un animale utile, ma anche bello, accattivante e affettuoso, finchè nel 1871 fu organizzata la prima esposizione felina al Cristal Palace Hotel di Londra.
Che destino quello del gatto!
Spirito libero e indipendente, tra gli animali domestici è quello che ha più subito alterne vicende, seguendo di pari passo la storia dell'uomo e l'emancipazione della donna, fino alla completa rivalutazione dei giorni nostri . Nei confronti del gatto nero rimane però ancora radicato un alone di superstizione e oscurantismo, cui contribuisce anche l’altrettanto nocivo “non è vero, ma ci credo". Da un punto di vista psicologico la superstizione indica la tendenza a dare una spiegazione a fenomeni casuali oggettivamente inspiegabili, delle coincidenze, cui ricolleghiamo la nostra attenzione quando contemporaneamente ci capita un episodio negativo. Quindi , state sicuri: se avete avuto una brutta giornata al lavoro non è sicuramente colpa del gatto nero che la mattina vi ha attraversato la strada!
Queste brevi riflessioni verranno ampliate nell’incontro che si terrà alle ore 17 del 12 dicembre prossimo nella Sala Regia del Comune , e che è inserito nella programmazione della giornata contro la violenza sulle donne. Il titolo: donna gratta - donna strega: antichi e nuovi stereotipi nel terzo millennio. Interventi dell’Assessora alle Pari Opportunità Marilù Chiofalo, della professoressa Antonella Galanti dell’Università di Pisa, del poeta e registra teatrale Angelo Tonelli. Coordina Nadia Chiaverini, con letture dal suo libro: "Poesia stregatta e altre visioni". Nadia Chiaverini.