Elisa Capobianco
Politica

Stragi nazifasciste, risarcimenti agli eredi. “No di Pisa alla mozione”

Il Pd toscano aveva chiesto una mobilitazione a tutte le amministrazioni. L’opposizione della città della Torre è l’unica dopo ventisei voti favorevoli

Il monumento ossario dedicato ai caduti della strage di Stazzema

Il monumento ossario dedicato ai caduti della strage di Stazzema

Pisa, 21 dicembre 2024 – Un no che fa male. Come sale su una ferita aperta. Ottant’anni dopo, quel no arriva dall’amministrazione comunale di Pisa. Ed è doppio: prima all’emendamento con cui i consiglieri del gruppo La città delle persone proponevano di sostituire il termine naziste con nazifasciste in occasione delle iniziative organizzate dal Comune – guidato dal sindaco di centrodestra Michele Conti – per la Memoria e la Liberazione; poi alla mozione proposta dal Pd per chiedere l’impegno di tutte le giunte toscane ad adoperarsi per sostenere la battaglia per i ristori degli eredi delle vittime delle stragi nazifasciste.

“La maggioranza del consiglio comunale pisano ha bocciato l’ordine del giorno senza fare nessun intervento o dichiarazione. È un fatto grave che addolora. Questo voto è un brutto segnale”. Il senatore dem Dario Parrini non ha dubbi sul peso specifico del gesto politico e umano. Lo ha detto ieri in conferenza stampa, a Firenze, nella sede regionale Pd, dove i dem hanno presentato “La mobilitazione del Pd Toscana per i risarcimenti ai familiari delle vittime di crimini nazifascisti: esiti e prospettive”. Un’occasione di riflessione ma anche di analisi dalla quale è emersa un’evidenza numerica: quella partorita giovedì dalla città della Torre è l’unica opposizione emersa finora a fronte di 26 amministrazioni che invece hanno approvato la mozione pressoché all’unanimità. A prescindere dal ’colore’.

Nel corso degli ultimi mesi sono state avviate oltre mille cause in Italia – alcune decine in Toscana, contro lo Stato tedesco – con sentenze favorevoli in primo grado che hanno condannato la Germania a risarcire le vittime. Tuttavia, molti familiari non hanno ancora ottenuto giustizia a causa di intoppi legati alla gestione del ministero dell’Economia e finanze e dell’Avvocatura di Stato che spesso ha impugnato le sentenze allungando all’inverosimile l’attesa di famiglie già tormentate dalla Storia. Da qui la necessità di intraprendere una campagna per “sensibilizzare il Governo a intervenire in maniera concreta per fare finalmente giustizia – insiste il senatore –. Faccio un appello alla presidente del Consiglio Meloni: intervenga, lei ha il potere di far cambiare atteggiamento all’Avvocatura e al Mef con una telefonata. Questa telefonata Meloni la fa o no?”.

“È un atto dovuto verso le persone che hanno subito le conseguenze delle barbarie inflitte alla popolazione dalla belva sanguinaria nazista, autrice, insieme ai fascisti, di stragi che hanno scritto la pagina più nera della storia contemporanea mondiale”, commenta il deputato dem e segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi con il plauso anche del governatore Eugenio Giani che ha invitato “le istituzioni a non perpetrare un’ingiustizia”.

La polemica per la presa di posizione pisana scoppia, tra l’altro, in una giornata segnata dalla soddisfazione per la sentenza di primo grado con la quale il tribunale di Firenze ha riconosciuto un risarcimento di 400mila euro per la figlia di Remo Burlon: l’empolese dipendente della vetreria Taddei che nel 1944 venne deportato a Mauthausen dove morì. E’ la seconda vittoria in pochi giorni dopo il caso omologo – anch’esso seguito dal legale Diego Cremona – di un altro operaio, Gaetano Comunale, ai cui eredi spetterà un ristoro di 720mila euro. Sempre che l’Avvocatura di Stato non si opponga.