Firenze, 19 luglio 2023 – Sono state scoperte dal telescopio spaziale James Webb le più antiche polveri di carbonio, sono in galassie giovanissime nate meno di 1 miliardo di anni dopo il Big Bang.
Le molecole scoperte dallo studio guidato da Joris Witstok dell'Universitá di Cambridge, pubblicato su Nature, a cui ha collaborato anche Stefano Carniani della Scuola Normale Superiore di Pisa mettono alla prova le attuali teorie sulla formazione dell'universo.
«Con questi nuovi dati ottenuti con il telescopio spaziale Webb - ha detto Carniani - abbiamo ottenuto un'immagine di come era il nostro universo poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang. Sembra tanto ma se consideriamo che l'universo ha circa 14 miliardi di anni vuol dire che stiamo osservando la prima fase evolutiva dell'universo». Ad attirare l'attenzione dei ricercatori è stata in particolare una di queste piccole galassie, che all'epoca erano più piccole e dense di quelle attuali come la Via Lattea, al cui interno sono state osservate polveri composte anche da atomi di carbonio, le più antiche mai rilevate finora.
«Non si tratta semplicemente di tracce di carbonio ma molecole complesse formate anche da carbonio», ha aggiunto il ricercatore della Normale. È noto che l'universo nelle sue primissime fasi fosse composto solo da elementi molto leggeri, soprattutto idrogeno, e che solo all'interno delle stelle, attraverso i meccanismi di fusione nucleare, si siano prodotti elementi più pesanti come l'elio, e successivamente quelli ancora più pesanti come il carbonio. «Per completare questi processi ci vuole tempo - ha proseguito Carniani - ancor di più affinché il carbonio prodotto si trovi anche nella condizione di legarsi ad altri atomi e formare molecole». Proprio il tempo necessario affinchè si arrivi a queste condizioni è¨ uno degli elementi fondamentali delle teorie che descrivono questi passaggi. «La scoperta di molecole di carbonio così antiche ci porta al limite ma i modelli riescono ancora a spiegarla. Ora il nuovo obiettivo - ha concluso il ricercatore italiano – è cercare eventuali tracce di carbonio in galassie ancora più giovani».
Maurizio Costanzo