
Fatica, ammonizioni e forze fresche: il centrocampo nerazzurro nello scorcio finale del campionato è influenzato da questi tre fattori. Due dei quali possono rappresentare una zavorra, mentre uno costituisce una ricchezza da sfruttare e valorizzare al meglio nella volata verso il traguardo. L’interrogativo che sorge per la gara di domani è: fiducia e continuità per la coppia di interpreti maggiormente impiegata, oppure ventata di freschezza e voglia di dimostrare il proprio valore? Da una parte ci sono Marius Marin e Gabriele Piccinini, i giocatori più utilizzati da Pippo Inzaghi sulla linea mediana. Dall’altra troviamo Malthe Hojholt, Oliver Abildgaard e Markus Solbakken (in rigoroso ordine di minuti trascorsi sul campo). E proprio da questo concetto partiamo per approfondire il nostro dubbio: sia Marin che Piccinini hanno sfondato quota 2mila minuti giocati (rispettivamente 2330 e 2036). L’impiego dei tre scandinavi, in totale, non raggiunge questa soglia: si ferma a 1864. Sul piano delle energie fisiche, quindi, la risposta all’interrogativo sollevato sopra è scontata: Hojholt, Abildgaard e Solbakken non sanno neppure cosa significhi la parola "fatica".
Di certo non possono garantire una tenuta prolungata fino al novantesimo, soprattutto adesso che i primi caldi hanno dato una mazzata allo smaltimento dell’acido lattico, però sul piano della brillantezza possono garantire il medesimo apporto di Marin e Piccinini. Il romeno, inoltre, è gravato dalla diffida generata dal nono cartellino rimediato a Cosenza: al prossimo giallo scatterà in automatico un turno di squalifica. Tradotto: in caso di ammonizione domani, Marin salterà la delicatissima partita casalinga con la Cremonese. E quindi si apre un ulteriore dubbio: a sei turni dalla fine del torneo, è giunto il momento di "fare calcoli" sull’impiego di un calciatore oppure si tira dritto per la strada seguita fino a oggi? Alle spalle del nazionale romeno c’è un Solbakken che, soprattutto nella gara contro il Modena, ha lasciato buone sensazioni: la gamba c’è, così come la predisposizione a lottare e mettersi al servizio dei compagni. Ne è una riprova il salvataggio sulla riga di porta nei secondi finali. Il suo fosforo, in gare dal piano tattico prevedibile come quella di domani – difesa accorta degli avversari, con pochi fronzoli e tanta sostanza – potrebbe essere molto utile.
M.A.
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