
Oliver Abildgaard (. nella foto Del Punta per Valtriani
Nel momento più delicato della stagione il Pisa è pronto ad aggrapparsi a due certezze e un altro paio di elementi affamati di minuti, chance e gol. Se, da una parte, la sconfitta di Spezia ha di fatto certificato la prima crisi di risultati dall’inizio della stagione, dall’altra almeno un paio di note positive dal terreno del "Picco" possono essere evidenziate. La prima, senza dubbio, riguarda Henrik Meister: finalmente l’attaccante danese ha dato un buon saggio delle sue qualità fisiche e tecniche. Dopo il grande impegno profuso nelle precedenti apparizioni, il gigante nato nel 2003 ha lasciato il suo segno tangibile. Negli occhi di tutti è rimasto il gol, siglato con un movimento e un’intuizione paragonabili a quelli proposti spesso dal calciatore che è stato chiamato a sostituire: Stefano Moreo. La struttura fisica è similare, così come la predisposizione a sacrificarsi e lavorare per i compagni nella metà campo offensiva e anche nei calci da fermo assegnati agli avversari. L’esplosione di gioia dopo il missile incastonato all’incrocio dei pali della porta difesa da Chichizola è sembrata una vera e propria liberazione, e l’auspicio di tutto l’ambiente – Inzaghi in primis – è che sia servita anche ad acquisire ulteriore consapevolezza dei propri mezzi. In un momento nel quale proprio Moreo è costretto ai box, il suo apporto deve risultare decisivo.
Altrettanto importante, fin da sabato contro il Mantova, sarà il genio di Olimpiu Morutan: se Matteo Tramoni sembra attraversare un periodo di flessione, il folletto romeno appare in rampa di lancio per prendersi la copertina dell’attacco nerazzurro. Fin dalla sfida contro i "virgiliani" ci sarà bisogno di calciatori in grado di spezzare la pressione difensiva e creare quella superiorità numerica capace di generare i presupposti per segnare gol pesanti. Il suo mancino è l’arma migliore con cui centrare questo obiettivo. Poi ci sono le due certezze che si portano dietro esperienza, abilità nel leggere i diversi momenti delle gare e la capacità di trascinare i compagni con il carisma. Su tutti capitan Antonio Caracciolo, in procinto di tagliare il traguardo delle 150 presenze ufficiali con la casacca nerazzurra, moltissime delle quali vissute con la fascia al braccio sinistro. Il centrale numero 4, dopo la promozione in A vissuta da titolare con la maglia dell’Hellas Verona nel 2017, vuole togliersi la stessa grande soddisfazione anche con la squadra e la città a cui ha legato a doppio filo la sua carriera e la vita familiare. Il secondo elemento di spessore, tattico e carismatico, che nel rush finale può avere molto da dare alla causa è Oliver Abildgaard. Arrivato come uno degli innesti più importanti in estate, nella prima parte del torneo ha accusato una serie di acciacchi che lo hanno frenato. A Spezia ha finalmente dato l’impressione di essere tornato il mediano dominante che nella passata stagione ha contribuito a riportare il Como in massima serie. In gare nelle quali sarà cruciale l’equilibrio tattico e l’abilità nel recuperare palloni, il suo apporto può essere determinante.
M.A.
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