Sono più o meno le 15.20 di un mite pomeriggio di fine gennaio e un ragazzone appena arrivato all’ombra della Torre prende la via della panchina dopo neanche venti minuti dall’inizio della partita che ha bagnato il suo esordio da titolare con la casacca dello Sporting Club sulle spalle. Le esigenze tattiche hanno imposto a Pippo Inzaghi questo sacrificio e tutti si aspetterebbero un giocatore un po’ abbacchiato. Invece Henrik Meister percorre il tragitto che dalla bandierina posizionata sotto alla gradinata lo separa dalla panchina incitando i suoi nuovi tifosi, spingendoli a tifare ancora più forte. "Mai ho sentito tanto aiuto dalla tribuna prima. È stato un onore finché è durato. Forza Pisa": con queste parole il centravanti classe 2003 ha ringraziato il supporto dell’Arena e ha dato un’ulteriore testimonianza della forza principale che Inzaghi è riuscito a scovare e valorizzare all’interno dello spogliatoio: una coesione eccezionale tra tutti i componenti dell’organico. Persino uno degli ultimi arrivati, che probabilmente conosceva la nostra città dalle cartoline della Torre pendente e che si era imbattuto nello Sporting Club soltanto negli ultimi mesi, grazie alla presenza di altre tre connazionali, ha già dimostrato il proprio attaccamento alla causa del sodalizio di via Battisti.
Al fischio finale è stato uno dei primi a scattare verso il centro del campo per esultare e festeggiare assieme ai compagni e al pubblico la vittoria. Sul piano emotivo, quindi, il debutto del numero 14 è stato decisamente positivo. Adesso è atteso alla riprova del campo, in una partita che gli consenta finalmente di dare il meglio di sé: a Catanzaro infatti era subentrato nel momento più delicato della gara e della sfida con la Salernitana abbiamo appena detto. Però proprio questa ventina di minuti disputata contro i granata ci ha permesso di capire che di spazio, per lui, potrebbe essercene molto: non solo Meister rappresenta, per qualità fisiche, l’alter ego di Lind nel ruolo di terminale. Grazie alle doti tecniche e alla predisposizione alla corsa e al sacrificio può essere anche una freccia in più per la trequarti nerazzurra, in tandem con uno dei "piccoletti" (Tramoni, Morutan o Arena) oppure in coppia con Moreo. Dopo gli elogi spesi da Inzaghi, anche il match winner della sfida di domenica non ha lesinato i complimenti: "È un giocatore veramente forte che, per molti aspetti, mi somiglia. Possiamo giocare insieme".
M.A.
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