Il ritratto. Torregrossa, un amore e mille difficoltà

Il Pisa potrebbe separarsi da Torregrossa dopo due anni e mezzo. Il Brescia potrebbe essere la sua prossima destinazione. Fragilità muscolare ha limitato il suo impatto nonostante il talento.

Torregrossa, un amore e mille difficoltà

Torregrossa, un amore e mille difficoltà

Quello che avrebbe potuto essere, è stato vicinissimo a esserlo, quasi lo è stato, ma mai, a questo punto, sarà. Le strade di Ernesto Torregrossa e del Pisa sembrano essere pronte a separarsi dopo due anni e mezzo. Il numero dieci, come noto, non è stato convocato né per il raduno iniziale del Pisa di lunedì, né farà parte almeno inizialmente dei convocati per il ritiro di Bormio (con lui, anche Hermannsson, Jureskin e Ionita). Al momento, l’unica squadra che ha presentato richiesta a Torregrossa è il Brescia, piazza nella quale il giocatore ha lasciato ottimi ricordi, annessa promozione in Serie A. L’italo-venezuelano non rientra al momento nei piani di Filippo Inzaghi, che oltre a cercare un attaccante di spessore (come dimostrato dai rumors per Coda e Lapadula), è chiamato a far esplodere Nicholas Bonfanti, oltre a Moreo che già ha avuto sia a Venezia che a Brescia (con ottimi risultati).

La storia di Torregrossa al Pisa si potrebbe concludere con un bottino totale di sessantaquattro partite, sedici gol e sei assist. La qualità e il talento del giocatore non sono mai stati messi in dubbio, ma a pesare è stata la fragilità muscolare, tutti gli infortuni che lo hanno costretto a saltare gran parte delle scorse stagioni. Spesso l’attaccante ha salvato il Pisa in situazioni di difficoltà, ma altrettante volte nel momento di necessità era fermo ai box. Certamente il suo impatto nella città della torre pendente è stato impressionante: nelle ultime stagioni, nessuno come lui è diventato così "nazionalpopolare". Le magliette con il suo nome sono state le più vendute, chiunque in città, pur non seguendo il Pisa, conosce Torregrossa.

Iconico resterà il fermo immagine che ritrae Torregrossa in piedi sui cartelloni pubblicitari dopo il gol del momentaneo 1-0 nella finale con il Monza, con i compagni attorno a portarlo in trionfo e le braccia larghe e una Curva Nord piena come poche volte vibrante di emozioni. Una delle immagini più evocative della storia recente del Pisa che, purtroppo, potrebbe sintetizzare l’esperienza dello stesso giocatore: un sogno non realizzato fino in fondo.

Lorenzo Vero

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