ANDREA MARTINO
Sport

Inzaghi contro D’Angelo, la maratona. Il Pisa del ritorno corre più dello Spezia

La compagine nerazzurra ha raddoppiato il vantaggio rispetto agli aquilotti nella seconda parte di stagione. Cosa dicono i numeri

Luca D’Angelo (a sinistra) e Filippo Inzaghi (a destra). Continua il duello a distanza fra i due tecnici

Luca D’Angelo (a sinistra) e Filippo Inzaghi (a destra). Continua il duello a distanza fra i due tecnici

Tra il pomeriggio di sabato e quello di ieri l’ambiente nerazzurro ha vissuto ventiquattro ore di totale delirio: delusione e rabbia per la sconfitta immeritata con il Cittadella – con annesso codazzo di polemiche per le continue provocazioni degli avversari e la gestione arbitrale degli episodi chiave -, gioia prima e disperazione poi quando lo Spezia nei minuti di recupero è riuscito a recuperare il doppio svantaggio accumulato nel match con il Palermo. Proprio questo risultato, però, ha consentito ai tifosi di tirare un grande sospiro di sollievo: il rischio di vedersi più che dimezzato il divario nei confronti della compagine ligure è stato fugato e lo scivolone propiziato dal gol di Pandolfi attutito dal definitivo 2-2 uscito dal "Picco".

Così adesso, alla vigilia del ciclo di gare che dirà molto della volata verso il traguardo finale, lo Sporting Club può ancora gestire un vantaggio distribuibile su due partite: i 4 punti di differenza nei confronti della squadra di D’Angelo rappresentano un gruzzolo consistente che potrebbe anche aumentare nelle prossime settimane. Al netto della lunghezza persa nel week end, inoltre, giova sottolineare i molti aspetti positivi che circondano la classifica costruita dagli uomini di Pippo Inzaghi e che permettono anche di spazzare via quella vena lievemente incline al catastrofismo che, nei momenti di grande tensione sportiva, caratterizza una parte dell’ambiente nerazzurro. Pensate che al termine del girone d’andata il Pisa aveva 40 punti e lo Spezia 38: il divario nei confronti degli "aquilotti" quindi è raddoppiato.

Perché quindi stracciarsi le vesti per una sconfitta, figlia di episodi e non della prestazione, arrivata esattamente un mese e mezzo dopo quella precedente, accusata a Modena il 21 dicembre e – quella sì – giunta al termine di una gara giocata "non da Pisa"?

Nonostante la battuta di arresto di sabato scorso, i nerazzurri nelle sei gare fin qui giocate nel girone di ritorno hanno accumulato 13 punti, mantenendo perciò una media superiore alle due lunghezze percorse in ciascuna partita. I bianconeri liguri, invece, dal 29 dicembre a oggi di punti ne hanno raccolti 11, tenendo un ritmo inferiore e conquistando addirittura una vittoria in meno dello Sporting Club (3 rispetto alle 4 di Caracciolo e compagni). Il quadro complessivo perciò è migliorato, nonostante la prima sconfitta casalinga del campionato abbia generato un’ondata di pessimismo dettata più dall’ansia che da reali dati oggettivi.

Se proprio vogliamo cimentarci nella ricerca del proverbiale ago nel pagliaio, possiamo trovarlo nella produzione offensiva di questo primo scorcio del girone di ritorno. In sei gare infatti il Pisa ha segnato soltanto 6 gol, diminuendo così l’efficacia di una manovra che fino alla fine di dicembre riusciva a segnare oltre 1,5 reti a partita. A fare da contraltare a questa statistica c’è però la tenuta difensiva: sono appena 3 le reti concesse agli avversari nel girone di ritorno, dato che consente agli uomini di Inzaghi di guardare tutti dall’alto in basso (lo Spezia ne ha subite il doppio, il Sassolo è a quota 7).

M.A.

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