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Moreo, pedina preziosa della scacchiera. Al top nei blocchi difensivi e salvataggi

Nei passaggi progressivi, con l’assenza di Tramoni, resta il migliore a disposizione di Inzaghi. È il vero "tuttocampista"

Stefano Moreo (. Foto Alive

Stefano Moreo (. Foto Alive

di Michele Bufalino

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Con l’ecatombe di assenze che affligge il reparto offensivo, specialmente sulla trequarti, dove potrebbero mancare ancora Tramoni e Mlakar, oltre agli infortunati di lungo corso e allo squalificato Vignato, c’è un giocatore al quale il tecnico Filippo Inzaghi non può rinunciare, sia dal punto di vista dell’impegno in campo, sia dal punto di vista puramente statistico e tattico. Si tratta di Stefano Moreo, elemento centrale nello scacchiere del neo allenatore nerazzurro.

Guardando i dati puri infatti, Moreo diventa prezioso sia con, sia senza palla. Cominciamo proprio dal punto di vista ‘difensivo’, con il numero 32 che brilla per numero di contrasti aerei vinti, 3,35 a partita, con una percentuale di successo del 79%. Lo si vede soprattutto nel corso dei calci piazzati subiti e dei corner battuti dalle avversarie.

Moreo raggiunge quasi il 100%, con il 97,5% di successo nella statistica combinata tra ‘blocchi’ difensivi e ‘salvataggi’, rispettivamente 1,32 a partita e 1.90. Moreo fa bene anche nella costruzione del gioco, con il 91% di passaggi tentati completati, 27,55 a partita, che porta anche a una percentuale di completamento dei passaggi pura del 67,3%.

Nei passaggi progressivi Moreo non raggiunge i dati dell’inarrivabile Tramoni, fin qui il migliore della squadra e tra i migliori del torneo, ma resta tra i migliori della rosa a disposizione di Inzaghi. Statisticamente si intende un passaggio progressivo quel passaggio completato che sposta il pallone verso la linea di porta avversaria ad almeno 10 metri dal suo punto più lontano negli ultimi sei passaggi, o qualsiasi passaggio completato nell’area di rigore.

In questi dati incrociati infatti Moreo ha 1,65 passaggi progressivi compiuti per ogni 90 minuti e 4,42 ricevuti, un gradino sotto a Tramoni, Leris e Nicholas Bonfanti, ma il migliore su cui può puntare adesso l’ex campione del Mondo. Dove Moreo deve migliorare è invece il dato della finalizzazione, storico cruccio del calciatore, ma comunque secondario nel modo in cui viene impiegato il giocatore da Inzaghi. Moreo viaggia alla media di 2,60 tiri a partita di cui il 52% nello specchio della porta, ma è anche sfortunato poiché fin qui ha colpito ben due pali, l’ultimo dei quali proprio contro la Juve Stabia dopo un’azione personale. Moreo resta, dati alla mano, il vero ‘tuttocampista’ della formazione nerazzurra, elemento di raccordo tra centrocampo e attacco al pari di Tramoni, ma con maggiore corsa e presenza in campo, nonché prezioso anche in fase difensiva, specialmente come uomo in più al servizio dei fluidificanti, oppure nei calci piazzati.

Diversamente dallo scorso anno, nel quale è stato anche sacrificato come unica punta centrale, con Inzaghi il gioco di Moreo è molto più a fuoco e improntato a portare le giocate del numero 32 completamente al servizio dei compagni, lasciando ai finalizzatori puri della squadra il compito di andare a rete.

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