ANDREA MARTINO
Sport

Paolo Maldini e Superpippo Inzaghi: Lezioni di Successo tra Delusioni e Vittorie

Paolo Maldini e Superpippo Inzaghi dimostrano come le delusioni possano alimentare la voglia di vincere nel calcio.

Filippo Inzaghi, allenatore del Pisa, dovrà trovare i giusti stimoli per la squadra dopo la sconfitta

Filippo Inzaghi, allenatore del Pisa, dovrà trovare i giusti stimoli per la squadra dopo la sconfitta

"Tutti credete che sia un vincente nato? Sbagliate. Sono più i trofei persi dei titoli che ho conquistato". A pronunciare queste parole è stato Paolo Maldini, mica uno a caso: una delle leggende viventi del calcio tricolore non conta i successi, ma tiene a mente le cadute. Il motivo è molto semplice: a fare la differenza tra una carriera ricca di soddisfazioni e una da "onesto" mestierante del pallone la fanno gli stimoli. E questi ultimi possono essere scovati proprio nelle delusioni: ogni schiaffo ricevuto, nel percorso di Maldini ma anche in quello di Superpippo Inzaghi – che con la bandiera del Milan ha condiviso una fetta molto ampia del suo percorso – ha funzionato da carburante per il motore. Il tecnico del Pisa lo ha sottolineato anche dopo la vittoria con il Cosenza: "8 punti di vantaggio a sette turni dalla fine non sono nulla: può succedere ancora di tutto". Scorrendo gli scivoloni e le soddisfazioni collezionati sul rettangolo verde, possiamo capire quanto l’ex centravanti sia stato capace di coltivare la voglia di vincere partendo proprio dalle delusioni. Nel 1998, dopo aver trascinato la Juventus in finale di Champions League, vide festeggiare il Real Madrid. Ma qualche giorno dopo, con una tripletta, confezionò la vittoria sul Bologna che consegnò lo scudetto ai bianconeri. Tra il 1999 e il 2000 le delusioni per Superpippo furono molteplici e in serie.

Ancora in Champions, in semifinale, la doppietta siglata al Manchester United non servì a portare in finale la Juve. Poi la rimonta subita dalla Lazio: la "vecchia signora" aveva accumulato anche un vantaggio di 9 lunghezze sui capitolini in Serie A. Nell’ultimo turno, contro un Perugia già salvo, Inzaghi e la Juventus andarono incontro a un’inopinata sconfitta: la concomitante vittoria della Lazio portò lo scudetto all’ombra dei sette colli. Sfiga terminata? Macché: agli Europei, al termine di un percorso fantastico a cui contribuì da protagonista, Superpippo e l’Italia furono beffati in finale dalla Francia al golden gol. Il passaggio al Milan nacque sotto una cattiva stella: nel 2001 Inzaghi perse una larga fetta della stagione a causa della rottura del collaterale del ginocchio.

Però con pazienza e tenacia Superpippo tornò in pista e nel 2003, con 30 reti stagionali, portò ai rossoneri la Coppa Italia e la Champions League. Dietro l’angolo però c’era ancora la sfortuna: tra il 2003 e il 2005 Inzaghi subì una serie di problemi a gomito, ginocchio, schiena e caviglia: tutti intoppi che alimentarono la sua voglia di tornare a incidere. E così nel 2006 trascinò il Milan fino alla semifinale di Champions e da comprimario si laureò campione del mondo con l’Italia.

Il credito accumulato con la sfortuna e gli scivoloni venne estinto completamente con lo straordinario percorso in Europa nel 2007, chiuso con la doppietta nella finale vinta contro il Liverpool. Per i nerazzurri non potrebbe esserci maestro migliore da cui imparare come tramutare la rabbia e la delusione di una sconfitta in determinazione per tornare a correre.

M.A.

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