Pisa. 31 ottobre 2024 – Un paio di gradi sopra Frosinone come prova collettiva e come qualità di gioco, ma ciò non basta per avere la meglio su un Catanzaro che torna in Calabria con il pareggio che aveva in mente fin dal primo momento in cui è sceso all’Arena. La superiorità del Pisa – soprattutto nella ripresa – si traduce in una "pressione costante", così fra primo e secondo tempo di occasioni potenziali se ne contano molteplici, ma di vere e clamorose chance se ne vedono poche. Ne scaturisce uno zero a zero che ha esattamente il sapore che promette: lascia invariato il vantaggio nei confronti della seconda e terza della classe, ma non permette quella fuga auspicata alla capolista. Insomma, la compagine di Inzaghi resta prima – dato esaltante – ma esce dalla notte dell’Arena delusa dal risultato più che dalla prestazione.
Inzaghi, alla luce di un calendario forsennato, cambia le carte in tavola. Propone un tridente offensivo inedito con Nicholas Bonfanti terminale offensivo sorretto da Mlakar e Vignato. Ma se la partita dell’attaccante sloveno e dell’ex trequartista del Chievo è positiva, manca quel qualcosa per sbloccarla. Il Catanzaro, recitando la stessa lezione del Frosinone, lascia per grandi tratti la manovra proprio ai nerazzurri chiudendo con diligenza gli spazi. Ne consegue che il Pisa si trovi di fronte a un muro che fatica a valicare. Come a dire, è forse proprio in simili contesti che la compagine nerazzurra dovrà compiere il salto di qualità: ovvero nel riuscire a trovare delle chiavi e delle soluzioni che permettano di risultare pericolosi ed efficaci anche contro quelle realtà che attendono anche in modo più passivo. Nel primo tempo si segnala un gol annullato per fuorigioco a Touré e il palo sfiorato da Vignato, nella ripresa diverse potenziali occasioni, ma nessuna parata degna di nota del portiere avversario.
Ora, bisogna anche essere onesti e dire le cose come stanno: in primo luogo è necessario sottolineare come contro le squadre chiuse sia dura per tutti; quindi è giusto anche ribadire un concetto sempre un po’ banale ma non per questo meno vero: la Serie B è una "bestiaccia" per tutti ed è difficile pensare di vincere sempre. L’ingresso di Lind e Piccinini offre una ulteriore scossa, ma non è quella risolutiva e il risultato non si schioda.Al netto di simili considerazioni Marin e soci restano al comando già proiettati sul big match di domenica a Cremona contro la quarta forza del torneo. Un match d’alta quota che magari sarà più congeniale per la squadra di Inzaghi.
In una notte di sport c’è posto anche per la cronaca. Bello e commosso il tributo dello stadio alla tifosa Alessandra vinta dopo 10 anni da una malattia oncologica. Striscione, cori e applausi. Perché il calcio è passione, ma l’amicizia e l’affetto contano più dei gol.
Di Saverio Bargagna
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